Il 37% delle persone guarite dal Covid-19 presenterebbe almeno un sintomo di Long Covid. Uno studio evidenzia infatti che la probabilità di sviluppare la sindrome sia legata alla gravità del virus e che la tipologia di sintomi si differenzi tra uomini e donne.
Long Covid, lo studio e i sintomi
I ricercatori della Oxford University in collaborazione con il National Institute for Health Research (Nihr) e l’Oxford Health Biomedical Research Center (Brc), hanno analizzato le cartelle cliniche di 270mila persone con diagnosi di Covid-19 negli Stati Uniti nel periodo tra gennaio e dicembre 2020. Gli scienziati hanno calcolato l’incidenza di 9 tra i principali sintomi della sindrome Long Covid da tre a sei mesi dopo la diagnosi. Nelle cartelle cliniche di circa il 37% dei pazienti, è riportata la diagnosi di almeno un disturbo da Long Covid.
I problemi di respirazione così come i sintomi addominali sono stati riscontrati nell’8% dei casi; ansia e/o depressione nel 15%; dolore al petto e alla gola nel 6%; nel 4% sintomi cognitivi, come per esempio quella sensazione di confusione e smarrimento, difficoltà a concentrarsi; stanchezza nel 6%; mal di testa nel 5%; mialgia nel 1,5%; altri dolori nel 7%.
Long Covid, quali i fattori predisponenti
Pur non essendo uno studio completo, si pensa che i sintomi del Long Covid siano legati alla gravità dell’infezione. Infatti i pazienti ricoverati in ospedale per Covid-19 presentavano più sintomi a lungo termine. Una correlazione è stata rilevata anche con le donne. Quest’ultime e i più giovani lamentano sintomi a lungo termine diversi da quelli degli uomini e degli anziani (più difficoltà respiratorie e problemi cognitivi).
Lo studio di Oxford, precisano infine gli autori, non dà informazioni sulle cause del Long Covid, sul perché alcuni pazienti ne soffrano e altri no, né su quanto durino i sintomi o come possano essere risolti.