Marina Ripa di Meana, sedazione profonda ed eutanasia: differenze

di redazione Blitz
Pubblicato il 6 Gennaio 2018 - 11:37 OLTRE 6 MESI FA
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Marina Ripa di Meana (foto Ansa)

ROMA – Marina Ripa di Meana sarebbe voluta andare in Svizzera per porre fine alla sua vita attraverso il suicidio assistito. La stilista nota per le sue apparizioni tv, fa 16 anni stava lottando contro il cancro. Ha poi deciso di realizzare un video testamento per far sapere agli italiani che non c’è bisogno di andare in Svizzera per porre fine alle proprie sofferenze.

Le sue condizioni erano precipitate subito dopo Natale e i dolori erano diventati insopportabili: per questo motivo ha deciso di contattare l’esponente Radicale Maria Antonietta Farina Coscioni alla quale ha affidato l’ultimo significativo messaggio prima di morire. Ed è stata proprio quest’ultima a spiegare alla Meana che ‘”non c’è bisogno di andare in Svizzera”.

Alla fine la settantaseienne ha seguito il consiglio dell’ex deputata ed ha scelto di percorrere la via italiana delle cure palliative con la #sedazione profonda. Marina Ripa di Meana ha riferito che non conosceva questa soluzione.

Ma in cosa consiste la sedazione profonda? Si tratta di una pratica compresa nella medicina palliativa e consiste nella somministrazione intenzionale di farmaci per ridurre fino ad annullare la coscienza del paziente. Lo stato di incoscienza e l’eliminazione del dolore.

Lo scopo di tale terapia è quello di alleviare i sintomi fisici o psichici resi intollerabili a qualsiasi trattamento. Si può far ricorso  a questo metodo in caso di morte imminente con prognosi di pochi giorni previo consenso informato. In ogni caso deve trattarsi di malattia in stato avanzato e dalla quale non si può guarire. Non si tratta tuttavia di un procedimento riconducibile all’eutanasia in quanto ha come unico scopo l’eliminazione del dolore e non un’azione finalizzata alla morte.