Mascherine test accendino: accendi e soffia per vedere quanto filtra. E non son mutande da lavare
Pubblicato il 21 Aprile 2020 - 09:38 OLTRE 6 MESI FA

Mascherine test accendino: accendi e soffia per vedere quanto filtra. E non son mutande da lavare (Foto d’archivio Ansa)
ROMA – Mascherine e accendino, test artigianale, non di precisione ma non privo di una sua attendibilità. Suggerito per primo da chissà chi, viaggia veloce con il passa parola e sta diventando mini pratica di massa.
Mascherine e accendino, si fa così, semplice semplice: si indossa ovviamente la mascherina e davanti alla mascherina si accende la fiamma di un accendino.
A distanza ovviamente la fiamma, non sarebbe necessario precisarlo…ma forse è meglio precisarlo: a distanza la fiamma dell’accendino, a distanza della mascherina. Anzi è meglio, proprio meglio che la mano che tiene l’accendino acceso sia di qualcun altro.
A distanza quanto? A distanza di fiato, fiato lungo. Anzi, a distanza di soffio, soffio forte. La fiamma dell’accendino e distanza di un forte soffio. Con la mascherina davanti alla bocca e quindi barriera al respiro, si soffia, si soffia forte.
La fiamma dell’accendino si spegne? Mascherina pessima, filtra nulla. La fiamma dell’accendino tremola? Mascherina inaffidabile anche questa, filtra quasi niente.
Mascherine e accendino, il test dà un risultato buono quando la fiamma non viene di fatto raggiunta dal soffio. Vuol dire che la mascherina filtra il soffio d’aria, la mascherina è in questo caso buona.
Attenzione: mascherina che filtra non equivale a mascherina che filtra e blocca il virus. Vuol dire mascherina che filtra la più parte delle goccioline di saliva che emettiamo mentre parliamo e buona parte di quelle che emetteremmo se tossissimo o starnutissimo.
La più parte, buona parte…mai tutto e totalmente filtrato perché la mascherina, come ogni altro a disposizione, è uno strumento di protezione, non una garanzia di sicura e certa invulnerabilità al contagio.
Con la mascherina, se tutti hanno mascherina, si riduce sensibilmente la potenzialità di contagio reciproco. Ma la mascherina non è una corazza.
Mascherine e accendino, il test artigianale non dice se mascherina blocca o no virus, tutto e sempre il virus. Questo in realtà non lo fanno al cento per cento neanche le mascherine professionali, le mascherine filtrano, quelle buone, buona parte delle nostre emissioni che potrebbero contenere virus.
In questo senso il test artigianale ha una sua qualche validità. Mascherina comunque, anche se filtra, non è corazza.
E non è mutanda da lavare, le mascherine non son come le mutande che le indossi, poi le lavi e le rimetti. Molti lavano in vario modo, disinfettano e riusano più e più volte la mascherina.
Purtroppo no, la mascherina quando la lavi quasi sempre perde la sua capacità filtrante, quale che sia. E quindi diventa inutile se non a far vedere che una mascherina la indossi. Ti fanno entrare per esempio al supermercato, mica possono sapere da quanto indossi sempre la stessa mascherina.
Ma se quello che sta vicino a te ha fatto la stessa cosa, se anche lui indossa da giorni sempre la stessa mascherina, allora vi state reciprocamente ingannando e illudendo in coppia: la mascherina lavata e riusata è un capo di abbigliamento e non più una protezione sanitaria.
Non son mutande da lavare e riusare. Secondo buon senso e indicazione sanitaria per chi lavora, quindi con contatto prolungato con numerose altre persone, almeno una mascherina al giorno, se non due.
Per chi svolge attività e spostamenti non lavorativi e quindi incontra poca gente, una mascherina ogni due/tre giorni e poi via, non serve più.
E per chi passeggia mascherine anche zero e zero mascherine mentre si guida: non serve per filtrare l’aria che respiri, la mascherina serve a filtrare a quello che tu puoi respirare addosso al prossimo. Mentre cammini da solo o sei in macchina, con la mascherina da chi ti difendi, da te stesso?