Mers, nuova Sars: dobbiamo avere paura? Sì, no, forse. Parla il medico

Pubblicato il 3 Giugno 2013 - 12:21 OLTRE 6 MESI FA
Mers, nuova Sars: dobbiamo avere paura? Sì, no, forse. Parla il medico

Mers, nuova Sars: dobbiamo avere paura? Sì, no, forse. Parla il medico (Foto LaPresse)

ROMA – La nuova Sars arriva in Italia. Dopo il primo caso di contagio  a Firenze è legittimo avere paura? Il medico Giuseppe Ruocco, direttore del dipartimento della Prevenzione al ministero della Salute, spiega a Margherita De Bac del Corriere della Sera che non c’è da preoccuparsi. Il nuovo Coronavirus, identificato con nome di Mers, perché il contagio avviene solo per “stretto e prolungato contatto fisico”. Per questo i casi di contagi si verificano solo tra i familiari o in una corsia ospedaliera, dove il contatto è stretto e continuo.

Ruocco spiega al Corriere della sera che i tempi di incubazione dell’infezione da coronarovirus è di 12 giorni:

“Finché questo tempo di latenza non sarà passato e non ci saranno nuovi contagi secondari oltre ai due identificati fino a ieri, non potremo mettere la parola fin”.

Inoltre il direttore del dipartimento di Prevenzione spiega che un piano contro la diffusione è già pronto:

“Già a metà maggio, dopo aver ricevuto l’allerta dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), abbiamo inviato alle Regioni una circolare perché avvertissero i centri di sorveglianza della rete sulle sindromi respiratorie gravi, attive anche in tempi normali, che da alcuni Paesi del Medio Oriente sarebbero potute arrivare persone colpite dalla malattia identificata col nome di Mers. Da allora il ministero è in collegamento con le Regioni per valutare i casi sospetti assieme all’Istituto superiore di sanità. Già a metà dello scorso mese i laboratori di riferimento hanno ricevuto il test per la diagnosi”.

La propagazione del virus, spiega Ruocco, è lenta:

“Sembra che questo virus abbia una propagazione lenta. Si trasmette solo attraverso un contatto molto stretto. Chi ha i sintomi, come febbre alta, tosse e oppressione al torace, per contagiare altre persone deve avere rapporti ravvicinati, entro un metro di distanza, e prolungati. Non basta un incontro per strada. Ecco perché finora tutti i focolai di infezione si sono sviluppati in ospedale o all’interno di famiglie”.

Nonostante il contagio sia difficile, il coronarovirus della Mers è molto pericoloso perché può provocare insufficienze respiratorie gravi e colpire anche altri organi oltre ai polmoni. Ruocco spiega i pericoli, ma rassicura sulle misure di prevenzione già prese per i passeggeri che vengono dal Medio Oriente e per cui il rischio di contagio e nuovi focolai è alto:

“Gli uffici frontalieri sono stati allertati. Negli aeroporti la sanità aerea è preparata a questi eventi ma se il passeggero non sbarca con sintomi clinici è impossibile identificarlo. Non sono state date dall’Oms indicazioni su eventuali misure sui passeggeri in entrata né limitazioni sui viaggi perso il Medio Oriente”.