Nuoro, allarme per cinghiale infetto di trichinella: “Parassita può essere letale per l’uomo”

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 3 Gennaio 2020 - 10:44 OLTRE 6 MESI FA
Trichinella, cinghiale infetto a Nuoro. Allarme per il parassita

Foto archivio ANSA

ROMA – Un cinghiale è stato trovato positivo alla trichinella a Oliena, un comune nella provincia di Nuoro. Il parassita può anche essere letale per l’uomo e per questo è scattato l’allarme da parte dei veterinari della regione Sardegna, che hanno prelevato altri campioni e li hanno consegnati all’Istituto zooprofilattico sperimentale (Izs) di Nuoro per le analisi. Fino ad oggi infatti il parassita infettava solo maiali allo stato brado, cinghiali e volpi a Orgosolo, ma ora si sta diffondendo.

L’Istituto zooprofilattico sperimentale data l’allerta ha lanciato un appello ai consumatori affinché comprino carni e salumi solo di provenienza certificata e sottoposti a controlli sanitari. Inoltre ha chiesto ai cacciatori di continuare a prelevare e consegnare campioni sui cinghiali abbattuti. Ennio Bandino, responsabile dell’Izs, ha spiegato: “Solo grazie alla loro collaborazione possiamo mettere al sicuro la salute dei cittadini dalle malattie e garantire il monitoraggio sulla presenza del parassita nel territorio”.

Badino ha poi aggiunto: “Con la trichinella non si scherza,. Si tratta di un parassita molto pericoloso che, se non gestito con la giusta tempistica, può causare gravi problemi di salute all’uomo e, in casi estremi, può portare al decesso”.

Il parassita provoca la trichinellosi, anche detta trichinosi, e si localizza prima a livello intestinale per poi dare vita a una generazione di larve che migrano nei muscoli e si incistano. La trichinella infetta uccelli, rettili e mammiferi, soprattutto quelli carnivori e onniveri come maiale, volpe, cinghiale, cane, gatto e anche l’uomo. 

La trasmissione del parassita avviene per via alimentare, col consumo di carne cruda o poco cotta che contengono larve del parassita. Per questo motivo la carne suina o di cinghiale è più a rischio per la trasmissione all’uomo. Una volta infettati, il periodo di incubazione è generalmente di 8-15 giorni dalla comparsa dei sintomi, ma varia anche dai 5 ai 45 giorni a seconda di quanti parassiti sono stati ingeriti.

Nell’uomo le infezioni possono essere asintomatiche, ma in casi gravi portare anche alla morte. I sintomi più comuni sono comunque diarrea, dolori muscolari, debolezza, sudorazione, edemi alle palpebre superiori, fotofobia e febbre. (Fonte Il Messaggero)