Se ti fratturi femore vai al Sant’Eugenio a Roma, non al Grottaglie a Taranto

di redazione Blitz
Pubblicato il 2 Ottobre 2013 - 15:58 OLTRE 6 MESI FA
Ospedali, classifica regione per regione: migliori in Toscana, Emilia Romagna...

L’ospedale Serristori di Firenze è il migliore d’Italia, secondo i dati Agenas

ROMA – Quali sono gli ospedali migliori e peggiori d’Italia? In cima alla classifica c’è la Toscana, seguita da Emilia Romagna e Lombardia. Male e molto male la Campania, insieme con la Puglia e il Molise. Se vi fratturate un femore ad esempio, molto meglio rivolgersi al Sant’Eugenio di Roma, che al Grottaglie di Taranto, dove solo nell’1% dei casi la frattura sarà operata entro i canonici due giorni.

In generale al Nord le cure sono migliori, gli ospedali del Sud stazionano quasi sempre sul fondo della classifica. Il dato più impietoso è quello del Di Venere di Bari dove la mortalità a trenta giorni dal ricovero è quarantadue volte superiore rispetto al migliore d’Italia, il Serristori di Firenze.

La rete ospedaliera italiana è stata scandagliata dall’Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari, per conto del Ministero della Salute. I dati sono stati raccolti, regione per regione, nel “Programma nazionale esiti 2012” e restituiscono una panoramica puntuale della qualità e tempestività con cui vengono prestate le cure mediche in Italia. Questa è la quarta edizione, il rapporto ogni anno analizza 47 indicatori comuni a tutti gli ospedali, che vanno dalla mortalità a 30 giorni per icrus a quella per infarto, dalla proporzione di parti con cesareo alle complicanze a 30 giorni per colecistectomia.

Il Sole 24 Ore ha messo insieme le tabelle:

In realtà nei risultati ci sono numerosi fattori che entrano in gioco. E per questo le “classifiche” – che l’Agenas non fa, perché l’obiettivo è un altro – tra le strutture vanno lette in controluce. E presi con le classiche “molle”. Anzitutto pesa la dimensione dell’ospedale: i più grandi raccolgono più casi e anche “peggiori” come prognosi rispetto agli altri, ma le loro performance sono mediamente sempre migliori delle strutture più piccole. Mentre per alcuni indicatori, soprattutto di mortalità, c’è da tener presente anche la specializzazione della struttura (cardiologia, cura dei tumori ecc.). Ma i dati Agenas considerano comunque tutto questo e il risultato è infatti dato dal “rischio aggiustato per cento”, corretto con tutti i parametri possibili per favorire il confronto.

Per consultare la classifica degli ospedali, regione per regione, clicca qui.