Pazienti? Mai più. Ordine dei medici: “Si chiamano persone assistite”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Agosto 2013 - 11:48 OLTRE 6 MESI FA
Pazienti? Mai più. Ordine dei medici: "Si chiamano persone assistite"

Pazienti? Mai più. Ordine dei medici: “Si chiamano persone assistite”

ROMA – Pazienti? Mai più: d’ora in avanti chi è in cura da un medico dovrà essere chiamato “persona assistita”. L’ordine arriva dall’ordine dei dottori. Una decisione presa dopo mesi di discussioni, come sottolinea Margherita De Bac sul Corriere della Sera.

Alla fine il codice deontologico ha introdotto il nuovo termine, che sarà esaminato nuovamente dalla Fnomceo, la federazione nazionale degli ordini dei medici, a cui spetterà l’approvazione finale entro l’autunno.

Altre parole eliminate nel nuovo testo, aggiornato rispetto all’ultima versione del 2006, sono “malato”, “ammalato”, “soggetto”, “individuo”, “cittadino”.

La parola, spiega Margherita De Bac,

la parola che il codice abolisce ha una radice che ne cambia il significato rispetto a quello comunemente attribuito. Viene da patiens, participio presente del verbo latino patio , che vuol dire soffrire o sopportare. Dunque si accompagna non al concetto dell’attesa ma del patimento.

Il motivo del cambiamento del termine? Lo ha spiegato a De Bac Amedeo Bianco, presidente di Fnomceo e senatore Pd:

“Il termine ‘persona assistita’ trasmette il significato immediato di chi ha diritto a ricevere cure e assistenza senza passività. Anzi deve essere più che mai al centro del sistema. È un cambiamento importante. C’è stato un ampio dibattito, non va considerato un esercizio accademico”.

Contrario alla novità l’ematologo Franco Mandelli, da anni impegnato nella lotta contro le leucemie.

“Preferisco dire paziente perché si addice a un malato che deve avere pazienza nell’accettare le cure e aspettare di guarire. Il concetto legato ad assistito non mi piace perché si può avere bisogno di un medico ma non della sua assistenza. Penso ad esempio a chi ha un valore sballato di globuli bianchi e non ha necessità di restare in ospedale. Continuerò a esprimermi come sempre ho fatto”.