La pillola anti-Covid che l’Italia potrebbe decidere di acquistare per l’uso emergenziale pre-approvazione rappresenta “finalmente una strategia terapeutica antivirale reale. Per dicembre credo che dovremmo averle e potranno rivelarsi armi utili a contrastare questo colpo di coda che il virus ci ha sferrato”. Così all’Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, docente all’università Statale di Milano.
Pillola anti-Covid, le parole del virologo Pregliasco
“Al di là dei trattamenti che oggi sono di fatto sintomatici, perché checché se ne dica cortisone, eparina e ossigeno sono dei sintomatici”, precisa il medico, i due medicinali sperimentali orali di Merck (Msd fuori da Usa e Canada) e Pfizer rappresentano “un’arma nuova che finora non avevamo. I dati” su efficacia e sicurezza, “almeno alla lettura, sembrano essere molto interessanti. Rimane come sempre l’importanza di una somministrazione precoce” e di capire bene un punto: “Non si tratta di uno strumento sostitutivo della vaccinazione – tiene a puntualizzare Pregliasco – Sono da intendere come uno strumento complementare, da utilizzare nei casi in cui ci si infetta comunque” e somministrabili a domicilio.
Quindi “insieme ai vaccini, agli anticorpi monoclonali, agli immunostimolanti che ci sono”, le due pillole in arrivo “potranno contribuire in qualche modo a ridurre l’impatto sulla salute di questo coronavirus che – ripete il virologo – avrà ondulazioni successive anche nel prossimo futuro”.
Brusaferro frena su uso pillola anti-Covid
“La pillola anti-Covid non è uno strumento alternativo al vaccino: sono due logiche diverse e complementari. Solo attraverso l’immunizzazione sappiamo che mettiamo un freno al contagio del virus e facciamo regredire l’epidemia, mentre la pillola agisce quando il virus è entrato nell’organismo e si sta riproducendo. La terza dose permetterà di mantenere elevata la copertura immunitaria”. Lo ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro durante un incontro a Pordenone.
“Basterà? – ha aggiunto – per ora nessuno può dirlo, forse le 3 dosi possono essere il ciclo che immunizza per un tempo lungo, o potranno servire dei richiami, l’acquisizione delle evidenze scientifiche sulla copertura è in corso”.