Quella ragazza è “troppo invalida”, così le tolgono sussidio e accompagnatore

Pubblicato il 26 Aprile 2011 - 12:45 OLTRE 6 MESI FA

BARI – Lei si chiama Isabel, costretta sulla sedia a rotelle per una brutta malattia che le ha fatto perdere mani e piedi. L’altra si chiama burocrazia e attraverso un cavillo ha tolto alla ragazza l’indennità di accompagnamento. Motivo? “E’ troppo invalida”.

Isabel, 21 anni, mauriziana, era giunta a Bari nel 2006 per ricongiungersi ai genitori, emigrati in Italia qualche anno prima in cerca di fortuna. Per l’Inps e la legge, Isabel – non vivendo in Italia da almeno cinque anni – è “troppo invalida” per aver diritto all’assistenza economica. Un paradosso che sta procurando tanto dolore al papà, un operaio della Toyota, e la mamma, casalinga.

Nel 2006 una terribile ed improvvisa malattia, la vasculite necrotizzante, costringe Isabel ad un ricovero in rianimazione, dove entra in coma e ci rimane per più di un mese. Quando si risveglia la malattia ha già prodotto danni irreversibili agli arti inferiori e superiori. Non c’è nulla da fare. Per salvarle la vita, i medici le amputano le falangi superiori delle mani e dei piedi.

La ragazza, superato il peggio, presenta domanda alla Asl Bari per il riconoscimento della sua invalidità. Dopo la visita, le viene riconosciuta una invalidità del 100 per cento con diritto alla indennità di accompagnamento, perché la ragazza “necessità di assistenza continua non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita”, recita la formula di legge. Isabel ha diritto a 470 euro al mese.

Una comunicazione del Comune e dell’Inps però blocca tutto perché “non in possesso di carta di soggiorno o permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo”. In altre parole, Isabel è in Italia da troppo poco tempo per una legge approvata dal centrosinistra: la norma stabilisce un limite di 5 anni.

Non solo. “La Corte Costituzionale – spiega l’avvocato Saverio Macchia, il legale che sta seguendo il caso in Tribunale – nel 2010 è intervenuta per stabilire che è illegittima tale norma nella parte in cui subordina la sussistenza del requisito dei 5 anni di soggiorno alla erogazione dell’assegno mensile di assistenza, che è una prestazione assistenziale economica che viene concessa a chi, cittadino o straniero, ha una invalidità che determina una riduzione della capacità lavorativa ricompresa tra il 74 e il 99 per cento”. Ma Isabel è risultata invalida al 100 per cento, quindi per lo Stato italiano è troppo invalida per avere diritto all’assistenza.