Roma, roghi sempre più tossici. Prof. Magnavita: “A rischio le gravidanze”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Novembre 2017 - 11:31 OLTRE 6 MESI FA
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Roma, roghi sempre più tossici. Prof. Magnavita: “A rischio le gravidanze”

ROMA – Aumentano i valori di veleni rilasciati nell’aria a causa dei roghi tossici, in particolare nei pressi di campi rom come quello di via di Salone, alla periferia Est di Roma.

Lo rivela il nuovo dossier dell’Arpa Lazio che, dopo la richiesta urgente da parte dei cittadini e dell’assessorato all’Ambiente capitolino, ha avviato una campagna di monitoraggio per determinare i pericoli derivanti dalla combustione incontrollata di materiali plastici. Il dato più preoccupante è quello dei livelli di “diossine da depositamento”.

Il professor Nicola Magnavita sui pericoli per la salute

“Personalmente sono veramente amareggiato: dovevo raggiungere una parte periferica di Roma per alcune visite preventive – ha detto intervistato da Il Tempo -. Ma, percorrendo questa ventina di chilometri e vedendo colonne di fumo, plastiche buttate in mezzo ad alberi bruciati, mi sono chiesto: ma se questo è l’ambiente, che prevenzione possiamo mai fare noi?”.

A domandarselo è il professor Nicola Magnavita, docente di medicina del lavoro all’Università Cattolica di Roma. Ecco, appunto, cosa possiamo fare contro questo tipo di inquinamento? 

“I singoli non possono fare nulla: non si può certo smettere di respirare o mangiare prodotti, visto che non sappiamo se sono contaminati. Si può certamente segnalare tempestivamente i roghi tossici,ma è difficile. Purtroppo respiriamo ogni giorno una tale quantità di inquinanti,come capita anche a me girando con lo scooter per Roma: a me capita di diventare tutto nero, dal collo della camicia al naso, l’intera faccia”.

Ma quando l’inquinamento contiene diossina che problemi provoca? 

“Il problema principale della diossina è che è estremamente longeva: ha una vita di migliaia di anni. E, quindi, se per disgrazia entra dentro il corpo umano, vive sicuramente più del malcapitato. E’ una sostanza che non riusciamo a metabolizzare perché è piena di cloro, quindi contraria alla vita, perché esplica un effetto cancerogeno, come tante altre sostanze”.

E’ vero che gli effetti si riscontrano soprattutto sui feti?

“Si, lo si è anche visto con la fuoriuscita di Seveso. Allora molti cercarono di sdrammatizzare ma ci fu un tasso di malformazioni abnorme tra i neonati. Ma questa sostanza tossica chimica è anche una delle tante cause della riduzione della fertilità perché fa parte degli interferenti endocrini […]”.