Sifilide, 1 neonato su 5000 malato in Italia: deformazioni e ritardi il rischio

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 9 Ottobre 2013 - 14:11 OLTRE 6 MESI FA

Sifilide, 1 neonato su 5000 malato in Italia: deformazioni e ritardi il rischioROMA – Un neonato su 5mila in Italia nasce con la sifilide. Aborti tardivi, nascite premature e alta mortalità neonatale le conseguenze immediate. La malattia a trasmissione sessuale è più diffusa al centro nord e se non curata può provocare deformazioni e ritardo mentale. Se la malattia viene riconosciuta subito, un semplice antibiotico può preservare i bimbi dalle complicazioni peggiori.

L’allarme dei contagi arriva dall’indagine nazionale coordinata dall’ospedale Sant’Orsola Malpighi di Bologna, che sottolinea come i casi di sifilide, causata dal batterio Treponema pallidum, siano aumentati inesorabilmente dal 2000 ad oggi. Elisabetta Tridapalli, autrice dello studio e neonatologa dell’Azienda Usl di Bologna, spiega a Margherita Fronte del Corriere della Sera:

“«L’incidenza è in crescita dall’inizio degli anni Duemila, parallelamente all’aumento osservato nella popolazione adulta». Il fenomeno è più marcato nelle regioni del Centro-Nord, e in particolare nelle aree a elevata densità urbana di Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Lazio”.

I centri coinvolti nell’indagine sono circa 100 e nella maggior parte dei casi i bimbi colpiti sono figli di ragazze giovani e soprattutto immigrate, specialmente provenienti dall’est europa. Molte anche le donne italiane che trasmettono ai bimbi questa malattia, che potrebbe essere facilmente individuata se lo screening per la sifilide nelle donne in gravidanza fosse obbligatorio.

La Tridapalli spiega:

“«In Italia, un decreto ministeriale ha stabilito già nel 1998 che tutte le future mamme devono eseguire il test, ma ancora oggi l’analisi non è fatta a tappeto»”.

Un semplice test per una tempestiva diagnosi e terapia, aggiunge Maria Grazia Capretti dell’ospedale Sant’Orsola:

“«Eppure, in caso di positività, la terapia antibiotica eseguita fino a un mese dal parto previene la trasmissione al feto, che altrimenti ha elevate probabilità di contrarre il batterio»”.

I rischi della malattia sono molti, spiega la Tridapalli:

“«Raramente i segni della sifilide sono già presenti nei lattanti, ma la malattia manifestarsi molti anni dopo, con lesioni della cute, deformazioni ossee e ritardo mentale. Alcuni di questi danni sono irreparabili, e per evitarli basterebbe una cura con antibiotici fatta a tempo debito».