Spermatozoi in vitro, una speranza contro sterilità uomini

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 17 Settembre 2015 - 13:30 OLTRE 6 MESI FA
Spermatozoi da tessuto uomo sterile: prima volta al mondo

Spermatozoi da tessuto uomo sterile: prima volta al mondo (Foto Ansa)

ROMA – Ottenere spermatozoi umani in vitro dalle cellule di un uomo sterile. Una scoperta che apre un nuovo scenario contro l’infertilità e che potrebbe garantire agli uomini sterili la possibilità di avere un figlio biologico.

Questo il risultato ottenuto dai ricercatori della Kallistem, la start up del Centro nazionale ricerche francese, ma che solleva qualche dubbio nella comunità scientifica. Il metodo infatti è stato brevettato e non è stato ancora possibile vedere la documentazione, un fatto che ha sollevato lo scetticismo di molti esperti.

Ad annunciare la scoperta di questo nuovo metodo elaborato dall’Istituto di Genomica Funzionale di Lione è stata Isabelle Cuoc, presidente della Kallistem, che ha sottolineato come entro 5 anni le cliniche della fertilità potrebbero avvalersi di questa tecnica per i loro pazienti e aspiranti genitori.

Il metodo è stato appena brevettato e potrebbe aiutare 120mila uomini in tutto il mondo che soffrono di forme di sterilità per cui non esiste cura, o anche per le decine di migliaia di bambini e adolescenti che vengono sottoposti a trattamenti che mettono a rischio la fertilità, come la chemioterapia.

Carlo Foresta, docente di Endocrinologia e Andrologia dell’università di Padova, ha spiegato all’Ansa che si tratta di un successo straordinario:

“E’ la prima volta che accade nelle sperimentazioni riportate fino ad oggi in vitro per quanto riguarda i gameti si era arrivati soltanto allo spermatide, cioè il passaggio prima che la cellula diventi spermatozoo. Lo spermatozoo è il punto di finale di una serie di divisioni cellulari che a un certo punto devono dimezzare il corredo cromosimico e modificare completamente la morfologia, dalle ‘classiche’ cellule tonde diventano la cellula lanceolata con la testa, la coda e l’apparato di motilità, per questo è molto difficile da raggiungere. Non ho ancora letto il lavoro, ma sarebbe un risultato straordinario”.

La scoperta potrebbe essere eccezionale, sottolinea Foresta, ma qualche dubbio resta fino a quando non sarà possibile per la comunità scientifica visionare la documentazione della ricerca che è stata brevettata:

“Manca la documentazione di cosa ha significato dal punto di vista genetico questa trasformazione. Lo spermatozoo modifica profondamente il suo dna durante i vari passaggi, i risultati ottenuti vanno quindi analizzati da questo punto di vista. Se confermati però potrebbero servire ad esempio in tutti quei casi in cui a livello del tubulo seminifero nei testicoli si trovano solo poche cellule ancora indifferenziate, che potrebbero essere prelevate e trasformate quindi in spermatozoi”.