Staminali a Celeste e Smeralda, il ministero: “Terapie pericolose per la salute”

Pubblicato il 5 Novembre 2012 - 09:27 OLTRE 6 MESI FA
Staminali a Celeste e Smeralda, il ministero: “Terapia pericolosa per la salute” (Foto LaPresse)

ROMA – “Quelle terapie con le staminali sono pericolose per la salute“. Il ministero della Salute ha bocciato la presunta terapia proposta da Davide Vannoni. Lo stop per la terapia delle piccole Celeste e Smeralda, definita il “metodo Di Bella delle staminali” scrive Repubblica, arriva dopo la relazione degli esperti nominati dal ministro Renato Balduzzi e dopo le indagini della Procura di Torino.

Vannoni, laureato in lettere e filosofia, si definisce “neuroscienziato” ed insieme al medico Marino Andolina, coordinatore del “Dipartimento trapianti adulti e pediatrico” presso l’Irccs Burlo Garofalo di Trieste, hanno proposto la propria terapia a base di staminali attraverso la Stamina foundation.

La controversa cura è finita nel mirino della legge e del pm Raffaello Guariniello. Prima il Tribunale ha autorizzato la cura su Celeste Carrer a Venezia e su Smeralda a Catania. Poi il Tar ha bocciato la terapia, che è stata in seguito autorizzata e “convenzionata” presso la Asl Spedali civili di Brescia. 

Anche il ministero della Salute ha voluto vederci chiaro dopo le vicende in tribunale. Per questo Balduzzi ha nominato una commissione di esperti dell’Istituto Superiore di Sanità, Iss, dei carabinieri del Nas e dell’Agenzia italiana del farmaco, Aifa. Massimo Dominici, a capo della commissione e uno dei massimi esperti di biologia delle cellule staminali in Italia, ha bocciato la terapia insieme a Nanni Costa, membro dell’Iss e presidente del Comitato trapianti del Consiglio d’Europa, spiega Repubblica:

“Il metodo Stamina – dice Costa – è pericoloso per la salute perché a volte ai pazienti è inoculato materiale biologico prelevato dallo stesso malato. Ma altre volte vengono iniettate cellule prelevate da terze persone, con il rischio di contagio batterico e virale che ciò comporta”.

“Le metodologie di preparazione dei preparati – aggiunge – sono grossolane, con errori marchiani, e del tutto fuorilegge. I laboratori sono in luoghi non adatti. Sui vasetti che conservano i tessuti prelevati ci sono etichette scritte a matita, per lo più incomprensibili. Quelli di Stamina, poi, hanno detto che con le loro cellule vogliono fare alcune cose, in realtà quelle cellule possono avere effetti collaterali imprevisti. Hanno fatto confusione con i brevetti e non hanno mai pubblicato un risultato delle loro ricerche nelle pubblicazioni scientifiche”.

Il Procuratore Guariniello ha così chiuso le indagini preliminari ed è in possesso del documento redatto dalla Commissione ministeriale. Per i 12 indagati potrebbe prospettarsi il rinvio a giudizio e l’accusa del procuratore potrebbe essere di associazione a delinquere per truffa. Guariniello, riporta Repubblica, scrive che Vannoni e Andolina avrebbero curato circa 70 persone con la presunta terapia:

 “Il laboratorio torinese delle cellule staminali di Vannoni, Andolina e soci “era ricavato – scrive Guariniello – in uno scantinato abusivo gestito da due ucraini”. Ma si avvalevano anche di un altro scantinato nella repubblica di San Marino “nell’intento palese di sfuggire ai controlli delle autorità italiane”. Per convincere ad accettare il loro metodo, gli esperti della Stamina, onlus senza fine di lucro (che, però, si faceva pagare dai 7 ai 50mila euro), mostravano ai familiari dei malati i video “di un ballerino russo affetto da Parkinson che si alzava dalla carrozzella e tornava a ballare”. “Di una giovane paralizzata dalla Sla che riprendeva a camminare”. “Di un uomo che guariva da una grave forma di psoriasi alle mani”. Ma si trattava solo di un inganno: di qui, la contestazione da parte del procuratore torinese del reato di associazione per delinquere e truffa.