Staminali: dalle cellule della pelle, un cuore in “miniatura” apre nuove speranze per le cure

Pubblicato il 11 Febbraio 2011 - 05:55| Aggiornato il 30 Aprile 2012 OLTRE 6 MESI FA

PAOLO ALTO (USA) – Gli scienziati della Stanford University School of Medicina (Usa) sono riusciti a generare cellule cardiache, dette cardiomiociti, ugualmente “malate” utilizzando cellule della pelle di giovani pazienti colpiti da gravi difetti genetici del cuore.

Così, per la prima volta al mondo, è stato possibile studiare e caratterizzare il disturbo a livello cellulare aprendo la strada a possibili cure.

Come riporta la rivista ‘Nature’, gli esperti hanno ricreato grazie a queste cellule una sorta di ‘cuore in miniatura’ e sono riusciti a capire le basi del disturbo, detto sindrome del Qt lungo, che risulta provocato da un minor numero di battiti cardiaci rispetto al normale. Gli studiosi assicurano inoltre di avere identificato un farmaco promettente in grado di combattere questo raro malfunzionamento del cuore, per il quale a oggi non esistono terapie efficaci.

L’identificazione è stata possibile proprio grazie alle cellule create in laboratorio e utilizzate per testare una serie di composti candidati a curare il disturbo. L’approccio degli scienziati Usa ha previsto la conversione di cellule della pelle in cellule del cuore, mediante la loro riprogrammazione a uno stato simile a quello delle staminali embrionali, in modo da renderle in grado di ‘differenziarsi’ in una moltitudine di tipi di cellule.

Gli scienziati hanno poi portato queste staminali pluripotenti indotte a diventare cellule del cuore. Lo studio è molto importante perchè attualmente non esistono metodi alternativi per studiare bene il malfunzionamento del cuore umano a livello cellulare. E ha inoltre previsto l’utilizzo delle cellule iPS, create per la prima volta nel 2006 e considerate da molti scienziati una valida alternativa all’uso delle cellule staminali embrionali.