TaTme, la tecnica chirurgica che migliora la qualità della vita dei pazienti con tumori al retto

La TaTme, acronimo inglese per Transanal total mesorectal excision, è stata impiegata per la prima volta in Sardegna all'ospedale Santissima Trinità di Cagliari.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Settembre 2022 - 13:30 OLTRE 6 MESI FA
TaTme, la tecnica chirurgica che migliora la qualità della vita dei pazienti con tumori al retto

TaTme, la tecnica chirurgica che migliora la qualità della vita dei pazienti con tumori al retto (foto Ansa)

È tornata a casa la prima paziente in Sardegna, una donna di 67 anni affetta da un tumore del retto, operata a fine luglio con un’innovativa tecnica mininvasiva.

Cos’è la TaTme

La TaTme, acronimo inglese per Transanal total mesorectal excision, è stata impiegata per la prima volta nell’isola all’ospedale Santissima Trinità di Cagliari su due pazienti, uno dei quali ‘fragile’. Entrambi avevano un tumore del retto medio-basso e sono stati operati a distanza di un giorno l’uno dall’altro. Per il secondo, un uomo 78 anni che presentava una situazione clinica più complessa, la permanenza in ospedale si è prolungata ed è in via di dimissione.

L’incidenza dei tumori al colon retto Ogni anno sono circa 43 mila le nuove diagnosi di tumori del colon retto in Italia, malattia poco diffusa prima dei 40 anni: la sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi è pari al 65%, senza differenze fra uomini e donne. Superato il primo anno dalla diagnosi. la sopravvivenza per ulteriori cinque è del 76% negli uomini e del 77% nelle donne.

L’introduzione della nuova metodica chirurgica mininvasiva in Sardegna si deve alla collaborazione con Andrea Muratore, direttore dell’Uoc di Chirurgia generale del presidio ospedaliero ‘E. Agnelli’ di Pinerolo (Torino), ritenuto fra i massimi esperti di TaTme in Italia, dopo un periodo di esperienza all’estero. Gli altri centri di riferimento in Italia, in cui questa tecnica è praticata, si trovano a Roma, Milano, Napoli, Siracusa e Acquaviva (Bari).

Le parole del responsabile dell’Area chirurgica dell’Asl di Cagliari

“L’alternativa chirurgica ‘classica’”, spiega all’AGI Raffaele Sechi, responsabile dell’Area chirurgica dell’Asl di Cagliari, “è la demoliziane della zona perineale dell’ano. Questa tecnica, invece, consente una stomia temporanea, della durata di un mese-due dopo l’intervento, e, quindi, un’ottima qualità della vita a conclusione del decorso operatorio. Abbiamo utilizzato un approccio combinato addominale laparoscopico e transanale mininvasivo”.

La Chirurgia generale del Santissima Trinità è fra i centri di tirocinio scelti dall’Acoi-Associazione dei chirurghi ospedalieri italiani per i corsi di Alta specializzazione delle Scuole nazionali ospedaliere di Chirurgia. Sechi, che fa parte anche della commissione regionale per i ricoveri all’estero, auspica che si riducano i viaggi della speranza dei sardi per sottoporsi fuori dall’isola a interventi chirurgici: “La maggior parte – assicura – si può eseguire in Sardegna”.