Torino, sigaretta elettronica gli esplode in bocca: ferito. Sono davvero sicure?

Pubblicato il 27 Febbraio 2013 - 12:58| Aggiornato il 11 Agosto 2022 OLTRE 6 MESI FA

TORINO – La sigaretta elettronica gli è esplosa fra le mani proprio mentre stava aspirando. Un botto, gli occhiali volano e lo sfortunato uomo, torinese di 40 anni, si ritrova ferito ad un occhio. I carabinieri del Nas hanno sequestrato il lotto dal quale proveniva la sigaretta difettosa ed ora la Procura di Torino continua l’inchiesta per stabilire la pericolosità della sigarette elettroniche. Lo scorso 1° febbraio il Nas di Torino aveva sequestrato 70mila flaconcini di ricarica.

Nessuna conseguenza seria per lo sfortunato fumatore virtuale, ma  il caso di Torino riapre il dilemma mai sopito: le sigarette elettroniche sono davvero sicure e senza rischi per la salute? Se l’Istituto Superiore di Sanità l’ha bocciata perché non sono noti gli effetti sulla salute a lungo termine, ora il rischio di esplosioni e difetti delle sigarette elettroniche costituiscono un pericolo per la salute nell’immediato.

L’uomo rimasto ferito ad un occhio, scrive Repubblica, ha preferito rimanere anonimo e di professione è informatico, ha raccontato la vicenda al quotidiano:

“Avevo appena aspirato un tiro, quando mi è esplosa tra le dita. E’ andata bene che avevo gli occhiali, ma la nicotina liquida mi è comunque finita tutta negli occhi, così come un pezzettino di plastica che sono riuscito a togliere. Sono subito andato in ospedale e lì mi hanno visitato”.

Già a Genova lo scorso dicembre una sigaretta elettronica era esplosa nelle mani di un ragazzo di 25 anni. I produttori garantiscono la sicurezza dei dispositivi, e puntano il dito contro le contraffazioni cinesi. Ma il procuratore di Torino, Raffaele Guariniello, continua le sue indagini che vertono soprattutto sugli effetti della nicotina e del fumo o vapore passivo e sulla necessità di una corretta etichettatura-. La Procura ha infatti disposto il sequestro del lotto di cui faceva parte la sigaretta elettronica esplosa, che era stata acquistata in un rivenditore in franchising nel centro di Torino, e la perizia del dispositivo.