Tumore del colon retto, mangiare pesce in scatola riduce il rischio del 34%. La dose consigliata? Due porzioni a settimana

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Giugno 2022 - 13:57 OLTRE 6 MESI FA
Tumore del colon retto, mangiare pesce in scatola riduce il rischio del 34%. La dose consigliata? Due porzioni a settimana

Tumore del colon retto, mangiare pesce in scatola riduce il rischio del 34%. La dose consigliata? Due porzioni a settimana (Foto Ansa)

Non solo pesce fresco: anche il pesce in scatola fa bene e può ridurre il rischio di contrarre il tumore del colon retto del 34%.

E’ quanto emerge da uno studio condotto dall’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano nell’ambito delle attività dell’Italian Institute for Planetary Health (IIPH).

Tumore del colon retto, mangiare pesce in scatola riduce il rischio del 34%

In particolare lo studio, pubblicato sulla rivista Nutrients, ha messo in evidenza questa riduzione di rischio nei soggetti che consumavano almeno due porzioni alla settimana di pesce in scatola sott’olio (pari a 80 grammi ciascuna).

“I risultati emersi dallo studio – spiega Carlotta Franchi, ricercatrice del Dipartimento di politiche per la salute del Mario Negri e coordinatrice scientifica di IIPH – sono un ulteriore passo avanti per sostenere che il consumo di pesce in scatola sott’olio può essere incluso all’interno di una dieta sana ed equilibrata, essendo minimamente processato, perché cotto a vapore, pulito, messo sott’olio e inscatolato senza conservanti”.

Pesce in scatola e tumore al colon retto: lo studio

In particolare, precisano i ricercatori, questo tipo di tumore presenta elevata incidenza e alta mortalità, sia nei Paesi ad alto reddito che in quelli a basso e medio reddito.

“La ricerca – afferma Carlo La Vecchia, docente di Epidemiologia all’Università degli Studi di Milano – ha analizzato i dati di due studi caso-controllo che, grazie al sostegno di Fondazione AIRC, sono stati condotti tra il 1992 e il 2010 in diverse aree italiane, coinvolgendo un totale di 2.419 pazienti con diagnosi di tumore al colon-retto e 4.723 controlli non affetti dal tumore”.

Per Barbara d’Avanzo, ricercatrice del Dipartimento di politiche per la salute del Mario Negri, “è possibile che i benefici siano collegati al contenuto di acidi grassi omega-3 o ad altri nutrienti presenti nel pesce stesso”.

“Questo – conclude Giuseppe Remuzzi, direttore del Mario Negri e vicepresidente di IIPH – è un esempio concreto delle attività che stiamo conducendo con l’Italian Institute for Planetary Health (IIPH) che, tra i suoi obiettivi, si propone di valutare il ruolo che gli alimenti hanno nella prevenzione delle patologie”.