Tumore al polmone, ecco perché l’immunoterapia a volte non funziona

di redazione Blitz
Pubblicato il 9 Settembre 2020 - 14:24 OLTRE 6 MESI FA
Tumore al polmone, perché alcuni pazienti non rispondono all'immunoterapia

Tumore al polmone, ecco perché alcuni pazienti non rispondono all’immunoterapia (Foto Ansa)

Scoperta la causa che rende alcuni pazienti con tumore al polmone non rispondenti a immunoterapia.

Grazie all’immunoterapia, negli ultimi anni, sono stati raggiunti sorprendenti risultati clinici. Tuttavia, alcuni pazienti affetti da tumore al polmone, non beneficiano del trattamento.

Uno studio pubblicato su Annals of Oncology, rivista ufficiale dell’European Society for Medical Oncology, ESMO, esplora per la prima volta le cause di questa resistenza.

Negli ultimi anni l’immunoterapia ha rivoluzionato il trattamento dei tumori, anche per le neoplasie polmonari.

La buona notizia è che una discreta percentuale di pazienti, che in precedenza avevano una prognosi infausta, rispondono all’immunoterapia con inibitori di PD-1/PD-L1 e diventano a lungo sopravviventi.

Purtroppo però questo non accade in tutti i casi. Si tratta del 10 per cento di tutti i soggetti con adenocarcinoma polmonare. Un numero importante se si considera che in Italia le nuove diagnosi all’anno sono circa 42mila.

Il team guidato da Marcello Maugeri-Saccà, oncologo dell’IRCCS Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, ha scoperto che un sottogruppo di pazienti con adenocarcinomi polmonari, che presentano mutazioni contemporanee nei geni KEAP1, PBRM1, SMARCA4 e STK11, è particolarmente svantaggiato.

L’identificazione a priori dei pazienti cosiddetti non-rispondenti può permettere da un lato di evitare di sottoporli inutilmente a una terapia per loro inefficace e con effetti collaterali talvolta pericolosi, dall’altro di studiare i meccanismi di resistenza.

Le alterazioni molecolari nei tumori aggressivi

La chiave di volta per l’individuazione di pazienti con tumore del polmone non rispondenti a immunoterapia è nell’assetto di alterazioni molecolari. Alterazioni presenti in tumori particolarmente aggressivi: scoprire quali esse siano è la grande sfida del momento.

È in tale direzione che va il lavoro dell’equipe multidisciplinare coordinata da Maugeri-Saccà dell’Istituto Regina Elena con la collaborazione del Polo Oncologico Sapienza.

Lo studio esplora da un lato le risposte cliniche di centinaia di pazienti trattati, sia in Italia che in altre parti del mondo, con immunoterapia anti-PD-1 o anti-PD-L1, dall’altro i dati genomici e immunologici di caratterizzazione dei loro tumori.

“Perché questi tumori siano immunologicamente freddi e non rispondano all’immunoterapia nonostante mostrino un livello mutazionale alto – dichiara Maugeri-Saccà – è sorprendente”.

“Questo ci deve far riflettere su quanto dobbiamo ancora capire e studiare. Siamo tuttavia fiduciosi nell’aiuto delle tecnologie genomiche e nella capacità crescente di integrarli con i dati clinici”. (Fonte: Agi).