Tumore prostata a meno 18%: radiofarmaco aumenta sopravvivenza 30%

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Dicembre 2014 - 13:08 OLTRE 6 MESI FA
Tumore prostata, mortalità a meno 18%: radiofarmaco aumenta sopravvivenza 30%

Tumore prostata, mortalità a meno 18%: radiofarmaco aumenta sopravvivenza 30%

ROMA – La mortalità del tumore alla prostata è in calo del 18%, grazie alle diagnosi precoci e alle nuove cure. E proprio l’uso dei radiofarmaci ha permesso l’aumento della sopravvivenza del 30%. Il cancro “silenzioso”, privo di sintomi specifici e diffuso soprattutto tra gli uomini, ogni hanno in Italia registra 36mila nuovi casi e 7500 decessi.

Un tumore, quello alla prostata, che rappresenta il 20% dei tumori diagnosticati dopo i 50 anni e che ora può essere combattuto al meglio grazie al radio-223 cloruro, un nuovo farmaco che ha aumentato la sopravvivenza del 30%, come ha spiegato Paolo Carlini, dirigente Medico al Regina Elena di Roma, al convegno “Tumore della prostata, arrivano i radiofarmaci nella lotta al cancro più diffuso tra gli uomini” che si è svolto il 3 dicembre:

“Il Radio-223 è il primo radiofarmaco ad azione specifica sulle metastasi ossee che, rispetto ad altre terapie non induce danni evidenti al midollo osseo. Il farmaco è stato approvato dall’EMA e in Italia è disponibile in classe Cnn”,

ovvero quella che riguarda farmaci innovativi e costosi, non ancora valutati dall’Agenzia del Farmaco (Aifa) ai fini della rimborsabilità, ma che possono essere acquistati dagli ospedali. La prima arma resta la prevenzione, sottolinea spiega Francesco Cognetti, Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma:

“Questa neoplasia risente molto dell’alimentazione troppo ricca di grassi, della sedentarietà, del fumo di sigaretta. A tutte le età, dunque, è indispensabile adottare stili di vita corretti, capaci di tenere alla lontana il cancro”.

Fondamentale poi la diagnosi precoce, resa difficile dal fatto che il carcinoma prostatico cresce molto lentamente e può restare silente per anni. Inoltre non esistono screening specifici, come per il tumore del seno o del colon retto o della cervice uterina, aggiunge Cognetti:

“È scientificamente dimostrato che il livello dell’antigene prostatico specifico (PSA) aumenta in presenza del tumore. Tuttavia i suoi valori elevati possono essere causati anche infiammazioni o infezioni. Per ottenere risultati più precisi è preferibile affiancarlo ad altri marcatori”.