Ricostruire il seno dopo il cancro senza protesi ma con “l’autotrapianto”

Pubblicato il 5 Gennaio 2011 - 14:45 OLTRE 6 MESI FA

‘Autotrapianti’ per ricostruire il seno dopo il tumore:  si tratta di una possibilità ancora poco nota, affermano gli esperti, ma che offre alle donne operate i risultati più naturali e senza le complicanze derivate dall’uso delle protesi. In pratica, si tratta di una ricostruzione del seno con il tessuto prelevato dal basso addome della stessa paziente.

Pioniere in questa nuova tecnica nota come “ricostruzione con lembo Diep”, con 250 interventi di ricostruzione, è Fabio Santanelli, titolare della cattedra di chirurgia plastica della II facoltà di medicina e psicologia dell’Università la Sapienza di Roma: ”Dall’avvio della Breast unit all’ospedale sant’Andrea di Roma nel marzo 2004 abbiamo avuto una costante crescita di richieste di questo intervento – afferma Santanelli, che per primo ha eseguito questa tecnica in Italia nel 1998 – completando già dal secondo anno la disponibilità data dall’ospedale di un intervento a settimana”. Ma di cosa si tratta? In pratica, spiega l’esperto, si effettua una ‘addominoplastica’ ad uso della ricostruzione del seno: un lembo di tessuto cutaneo e grasso dell’addome viene cioè trasferito sul petto a ricomporre la mammella persa.

Le ricostruzioni con tessuti autologhi, e in particolare tra questi quella con il lembo Diep, afferma Santanelli, ”offrono la possibilità di riavere una coppa della mammella quanto più possibile simile a quella naturale, per consistenza al tatto, calore e comportamento in movimento. Addirittura il seno così ricostruito ingrassa e dimagrisce con il resto del corpo e affronta i normali processi dovuti al trascorrere del tempo, senza una marcata differenza con l’altro seno”. Altro aspetto positivo della ricostruzione con lembo Diep è che nella grande maggioranza dei casi si può eseguire nello stesso momento operatorio dell’intervento di asportazione della mammella malata. A differenza delle tecniche precedenti dello stesso genere che usavano fasce muscolari dell’addome, la tecnica Diep risparmia la parete muscolare e la sua innervazione. I risultati ottenuti dall’equipe di Santanelli saranno presentati in una conferenza stampa il 13 gennaio presso il ministero della Salute, con la partecipazione del sottosegretario Francesca Martini.