Tumori, digiuno o dieta vegana danno benefici ai malati? E’ una bufala

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Settembre 2019 - 17:49 OLTRE 6 MESI FA
Tumori, digiuno o dieta vegana danno benefici ai malati? E' una bufala

Alimenti per una dieta vegana (foto ANSA)

ROMA – Il presunto effetto benefico del digiuno, presentato come terapia antitumorale, “semplicemente non è dimostrato”. A spiegarlo all’AdnKronos Salute, alla vigilia del Congresso 2019 dell’Esmo (European Society for Medical Oncology) al via domani, 27 settembre, a Barcellona, è Stefano Cascinu, docente di Oncologia medica all’Università Vita-Salute dell’ospedale San Raffaele di Milano. Proporre “una restrizione dietetica o un digiuno a un paziente avanzato o in chemio ha un effetto negativo e può contribuire a farlo morire prima” aggiunge il docente.

Idem per la dieta vegana: “Ho un rispetto profondo per chi non mangia carne, è una dieta etica – sottolinea Cascinu – ma occorre dire con chiarezza che può avere un effetto drammatico su un malato oncologico”.

“Ogni giorno – racconta ancora Cascinu – in ambulatorio arrivano almeno un paio di persone, spesso istruite, che si sono costruite un’informazione su siti non controllati e non controllabili, e ci chiedono dei presunti benefici della restrizione calorica, della dieta vegana o di altri regimi dietetici. Il problema è che, se anche un’idea ha funzionato sui topi da laboratorio, non è automatico che lo faccia nella popolazione. Così nascono falsi miti, particolarmente pericolosi nel caso di soggetti fragili come i malati di tumore – avverte Cascinu – Quello che ormai sappiamo bene, e che possiamo dire, è che il controllo del perso corporeo è benefico: almeno nel 30% dei casi lo stile di vita, e in particolare l’obesità, è collegato ad alcuni grandi tumori come quello alla mammella, al colon o alla prostata. Mentre mantenere il proprio peso riduce in modo importante il rischio di recidiva”.

Infine l’esperto conclude: “Ribadisco: occorre spiegare alle persone che, se una strategia si è dimostrata efficace sui topi, non bisogna dare per scontato che lo sia anche nell’uomo. Credo che sia sempre più importante da parte di noi medici rispondere in modo corretto, dato l’incremento dei quesiti dei pazienti su questi argomenti”.

Fonte: ADNKRONOS