Vaccinati, nei contagiati il virus si ferma nel naso e solo per pochi giorni. I polmoni sono protetti fin da subito

di redazione Blitz
Pubblicato il 3 Agosto 2021 - 08:50 OLTRE 6 MESI FA
coronavirus

Vaccinati, nei contagiati il virus si ferma nel naso e solo per pochi giorni. I polmoni sono protetti fin da subito (foto Ansa)

Vaccinati con doppia dose, la probabilità di contagiarsi con la variante Delta è di circa il 12 per cento. I nostri polmoni sono protetti dagli anticorpi mentre il naso meno. I vaccinati, in rari casi sono in grado di trasmettere il virus con una carica virale alta. Anche nei casi in cui avviene questo, il vaccinato ha ‘a disposizione’ però solo un breve tempo (1-2, massimo 3 giorni) per trasmettere ad altri l’infezione. Inoltre è molto raro che si ammali con sintomi gravi. 

A trarre queste conclusioni sono vari studiosi citati in un articolo del Corriere della Sera che fa il punto della situazione. 

Variante Delta, cosa accade ai vaccinati

“C’è una limitata percentuale di soggetti compiutamente immunizzati che possono infettarsi, quasi sempre senza sviluppare malattia, e contagiare”. A dirlo è Franco Locatelli. 

Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza, in un’intervista al Corriere ha spiegato che a proposito dello sviluppo della malattia bisogna ancora studiare “in che misura lo facciano in paragone ai non vaccinati merita ulteriori studi, in particolare mirati a definire quella che è la carica virale nelle loro vie aeree, naso e gola. Insieme al tempo di esposizione, questo rappresenta il fattore determinante per il contagio”.

Il tema è quanto virus possano trasmettere i vaccinati. “I vaccinati infettati con la variante Delta possono trasmettere il virus“. Ad  affermarlo è il direttore dei Centers for disease and control prevention (Cdc), Rochelle Walensky in tempi recenti. Walensky ha proseguito: “È stata la scoperta che ci ha spinto a rivedere le raccomandazioni sull’uso delle mascherine”. 

Le indagini dei Cdc mostrano infatti che pochi soggetti vaccinati presentano cariche virali elevate risultando così probabili vettori di trasmissione del contagio. 

Fauci: “In alcuni casi i vaccinati trasmettono virus come i non vaccinati”

Anthony Fauci, capo consulente medico della Casa Bianca, ha recentemente dichiarato che “si può presumere che le persone vaccinate possano trasmettere il virus come le persone non vaccinate. È un evento molto raro ma si verifica.

In un dossier dei Cdc si legge che la variante Delta è contagiosa come la varicella e le persone infette sembrano trasmetterla, a prescindere dal fatto che siano vaccinate o meno. Un’analisi condotta a Provincetown, nel Massachusetts, ha rilevato che dopo la festa nazionale del 4 luglio, nonostante tre quarti dei partecipanti fossero vaccinati, si sono verificati 900 casi di Covid con pochi ricoveri e nessun decesso.

Secondo il documento del Cdc , non è risultata “alcuna differenza” nella carica virale delle persone vaccinate o non vaccinate e questo sembra indicare lo stesso grado di contagiosità. Dati che non tranquillizzano e che sembrerebbero rafforzare le posizioni dei no-vax. Scorrendo il dossier viene però chiarito che le infezioni dei vaccinati, pur essendo negli Usa in aumento, durano pochi giorni.

“Con il vaccino, nei polmoni sono presenti le difese contro Sars-Cov 2”

Anche un’indagine in corso all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma si è giunti alle stesse conclusioni. Su 2.900 vaccinati, circa 40 si sono infettati (1,5%). “Stiamo osservando che in questo 1,5% di vaccinati la presenza del virus rimane confinata al naso e rinofaringe (il retro del naso), mentre i polmoni sono liberi”. A dirlo è Carlo Federico Perno, direttore della Microbiologia e virologia al Bambino Gesù.

“Questo avviene perché, dopo il vaccino, nei polmoni sono già presenti le difese contro Sars-CoV-2, mentre nel naso no. Però la reazione immunitaria, nei vaccinati, è rapidissima anche nel naso. Entro breve tempo le difese arrivano e nel giro di 2-3 giorni riescono ad abbattere la carica virale fino ad eliminare il virus.

Le conclusioni che si possono trarre da questi primi studi di Carlo Federico Perno sono le seguenti. “Da questi primi studi sono che il vaccinato in rari casi può infettarsi e, in un ulteriore sottogruppo, avere una carica virale alta esattamente come i non vaccinati”.

Il vaccinato ha solo tre giorni di tempo per trasmettere l’infezione

“La differenza è che, mentre un non vaccinato resta infetto e quindi contagioso per diversi giorni (e può ammalarsi gravemente), il vaccinato ha ‘a disposizione’ solo un breve tempo (1-2, massimo 3 giorni) per trasmettere ad altri l’infezione. Inoltre è molto raro che si ammali con sintomi gravi. Questa scoperta cambia completamente gli elementi fondanti del dibattito su vaccinati (…)”.

Massimo Andreoni, direttore di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma, aggiunge ancora: “La percezione che si ha è che i soggetti vaccinati abbiano una negativizzazione più rapida rispetto ai non vaccinati. Questo potrebbe indicare che il periodo di contagiosità sia inferiore”.

“Il vaccinato tende ad ammalarsi meno di Covid e sappiamo che un paziente tende a essere contagioso più a lungo rispetto a un soggetto che si infetta semplicemente, come appunto un vaccinato che si può infettare ma non sviluppa malattia grave”.

Quanto alla carica virale dei vaccinati, continua l’esperto, “bisogna vedere quale è il tempo in cui si determina, quindi la carica virale dei primi giorni dal contagio può essere uguale a un non vaccinato, ma poi il vaccinato tende a ridurre più rapidamente la carica virale rispetto all’altro”. Questo, conclude Andreoni, “è comunque un argomento che dovrà essere ulteriormente indagato”.