Vaccini stop per le feste: Umbria 13, Sardegna 39… La vergogna di Pasqua (e dei week end)

di Riccardo Galli
Pubblicato il 6 Aprile 2021 - 10:14 OLTRE 6 MESI FA
Vaccini stop per le feste: Umbria 13, Sardegna 39... La vergogna di Pasqua (e dei week end)

Vaccini stop per le feste: Umbria 13, Sardegna 39… La vergogna di Pasqua (e dei week end) FOTO ANSA

Umbria 13 vaccinati il giorno di Pasqua, Sardegna 39 i vaccinati…Nel giorno della resurrezione al cielo del dio cristiano si è appiattita rasoterra la vaccinazione di massa. Centomila i vaccini inoculati. Centomila anzi meno di centomila. Meno di un terzo di quanto si era riusciti a fare per qualche giorno e poi non più. Centomila: meno di un quinto di quanto si dovrebbe fare. Per tre giorni la vaccinazione di massa ha riposato, ha rispettato le feste comandate

La malattia sociale e quella virale

Dunque con tutta evidenza c’è una malattia, una patologia sociale in atto. La malattia che viene dal virus e il relativo contagio non conoscono e non osservano ovviamente il calendario e le feste e ricorrenze religiose, insomma non fanno ferie. Ovviamente tutti concordano con questa affermazione ma quando poi questi tutti diventano gente in carne e ossa al lavoro e all’organizzazione del lavoro, allora in molti, decisamente in troppi, si comportano come se a Pasqua e dintorni la pandemia fosse occupata a digerire, lentamente, colomba, uova, cioccolato e abbacchio.

Regioni che sbracano, Regioni che tengono

Flop delle vaccinazioni a Pasqua è stato scritto, è più di un  flop, è una incapacità, meglio una inadeguatezza civile prima ancora che organizzativa. La rete dei responsabili e giù fino agli operatori in alcune Regioni si è slabbrata per Pasqua, per rispettare le feste di Pasqua. Fare Pasqua e Pasquetta è apparso qua e là come un diritto da garantire anche a costo di rallentare il ritmo della vaccinazione. Non è assenteismo dal lavoro perché dove è stato è stato tutto in regola. E’ diserzione dall’etica, non dal lavoro.

Con qualche complicità della cosiddetta gente che di tutto si indigna e si adonta, di tutto esige di sapere senza voler sapere, di tutto chiede conto anche nell’incapacità di far di conto, però l’oggi non si vaccina, è Pasqua lo tollera eccome se lo tollera. Anzi vi partecipa. Non ovunque è andata così: ci sono state Regioni, prima tra queste il Lazio, che non hanno attuato sospensione pasquale delle vaccinazioni. Segno che si poteva fare, non c’era bisogno alcuno di perdere in tre giorni l’equivalente di altrettanti se non di più della campagna vaccinale.

Vergogna di Pasqua

Vergogna e il termine non è fuori misura. Vergogna di un tessuto sociale, di una trama culturale che non riesce, forse non concepisce come il calendario delle vaccinazioni sia più vero e più giusto del calendario di Pasqua, Natale e feste comandate. Ad ogni fine settimane la macchina amministrativa e sanitaria rallenta. Dopo un anno è impensabile sia un problema organizzativo. Il problema è che si trova naturale, scontato e in fondo giusto affiggere un cartello (immaginario ma al tempo stesso concretissimo) in cui si legge: oggi, festa, si vaccina poco o niente.