Vitamina D fa diminuire i morti per Covid e i ricoverati in terapia intensiva: lo studio dell’Università di Padova

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 19 Gennaio 2021 - 14:56 OLTRE 6 MESI FA
Vitamina D fa diminuire i morti per Covid e i ricoverati in terapia intensiva: lo studio dell'Università di Padova

Vitamina D possibile aiuto contro il Coronavirus? Al via studio in Università spagnola (foto ANSA)

La vitamina D fa diminuire i morti per Covid e i ricoverati in terapia intensiva. O perlomeno, questo sostiene uno studio dell’università di Padova. La questione della vitamina D ciclicamente viene fuori dall’inizio della pandemia di Coronavirus.

Gli studi scientifici concordano però che la vitamina D faccia bene contro il virus. Badate bene: fa bene all’organismo, ci rende più forti. Ma non è un antidoto al Covid, né ci rende immuni o cose del genere. La vitamina D si trova nei raggi solari e anche in alcuni alimenti.

Vitamina D, in quali alimenti ce n’è di più?

La vitamina D si può assumere attraverso integratori e determinati alimenti, soprattutto pesce, fegato, insalata a foglie verde scura e tuorlo d’uovo.

Vitamina D contro il Covid: lo studio dell’Università di Padova

Il trattamento con la vitamina D in pazienti con comorbidità fa diminuire i decessi e i trasferimenti in terapia intensiva. Lo studio, che evidenzia scientificamente l’effettivo ruolo della vitamina D sui malati di Covid-19, è stato coordinato dall’ Università di Padova con il supporto delle Università di Parma, di Verona e gli Istituti di Ricerca CNR di Reggio Calabria e Pisa e pubblicato sulla rivista Nutrients.

Attualmente non vi sono molte informazioni su come la vitamina D possa influire sull’insorgenza ed il decorso della malattia nota come Covid-19. Lavori scientifici hanno associato l’ipovitaminosi D a una maggiore esposizione alla malattia ed alle sue manifestazioni cliniche più aggressive. Poco era, invece, noto sugli effetti dell’assunzione di colecalciferolo (vitamina D nativa) in pazienti già affetti da Covid-19.

Lo studio francese sul colecalciferolo

Una recente ricerca francese aveva suggerito che la terapia con colecalciferolo, assunta nei mesi precedenti il contagio, potesse favorire un decorso meno critico in pazienti anziani fragili affetti da Covid-19. Lo studio mostra come la somministrazione di vitamina D in soggetti affetti da Covid-19 con comorbidità abbia potenziali effetti positivi sul decorso della malattia.

“I pazienti della nostra indagine, di età media 74 anni – spiega il prof. Sandro Giannini dell’Università di Padova – erano stati trattati con le associazioni terapeutiche allora ausate in questo contesto e, in 36 soggetti su 91 (39.6%), con una dose alta di vitamina D per 2 giorni consecutivi. I rimanenti 55 soggetti (60.4%) non erano stati trattati con vitamina D”.

Lo studio su vitamina D e terapia intensiva

Lo studio aveva l’obiettivo di valutare se la proporzione di pazienti che andavano incontro al trasferimento in Unità di Terapia Intensiva e/o al decesso potesse essere condizionata dall’assunzione di vitamina D. Durante un periodo di follow-up di 14 giorni circa, 27 (29.7%) pazienti venivano trasferiti in Terapia Intensiva e 22 (24.2%) andavano incontro al decesso. Nel complesso, 43 pazienti (47.3%) andavano incontro a “Decesso o Trasferimento in ICU”.

L’analisi statistica rivelava che il “peso” delle comorbidità (rappresentate dalla storia di malattie cardiovascolari, broncopneumopatia cronica ostruttiva, insufficienza renale cronica, malattia neoplastica non in remissione, diabete mellito, malattie ematologiche e malattie endocrine) modificava in modo ampiamente significativo l’effetto protettivo della vitamina D sull’obiettivo dello studio, in modo tale che maggiore era il numero delle comorbidità presenti, più evidente era il beneficio indotto dalla vitamina D.

“In particolare – prosegue -, in coloro che avevano assunto il colecalciferolo, il rischio di andare incontro a “Decesso/Trasferimento in ICU” era ridotto dell’80% rispetto ai soggetti che non l’avevano assunto”.