5G incesto con coronavirus, c’è chi attacca le antenne. Come i sacerdoti dei sacrifici sulle piramidi

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 16 Aprile 2020 - 09:36 OLTRE 6 MESI FA
Antenne 5G incesto con coronavirus, c'è chi attacca le antenne. Come i sacerdoti dei sacrifici sulle piramidi

5G incesto con coronavirus, c’è chi attacca le antenne. Come i sacerdoti dei sacrifici sulle piramidi (Foto d’archivio Ansa)

ROMA – 5G porta coronavirus: è la cosa più difficile da immaginare, eppure se la sono immaginata. 5G porta coronavirus: è la cosa più lontana dal plausibile, forse per questo dotata del fascino dell’inspiegabile.

5G porta coronavirus: un virus e una banda di trasmissione appartengono a mondi diversi, l’uno il mondo organico, l’altro inorganico. A meno di non supporre che gli impulsi elettromagnetici siano una cosa vivente o che i virus siano silice, nulla può essere meno collegato che 5G e coronavirus. Eppure…

Eppure c’è chi immagina di aver trovato la verità nascosta: 5G porta coronavirus. Non sono molti, sono la minoranza di noi quelli che credono nell’incesto tra 5G e coronavirus, nell’accoppiamento tra organico e inorganico. La minoranza, ma sempre troppi. Troppi se parametrati all’assurdo logico cui danno credito.

Sciocchi? No, non è solo sciocchezza. E’ qualcosa dio più profondo, qualcosa che viene da lontano nel tempo e dal profondo della natura umana.

5G porta coronavirus: c’è chi attacca le antenne del 5G, tenta di abbatterle sentendosi in missione contro il Male. Sono esaltati in missione, ma la missione è antica. La missione è quella di offrire sacrifici, praticare sacrifici per placare chi o cosa ci ha scagliato contro il Male.

Quelli che vanno ad attaccare le antenne del 5G non lo sanno ma riproducono esattamente il comportamento e aspirano alla medesima funzione sociale che avevano i sacerdoti che praticavano sacrifici sulle piramidi azteche o maya (sacrifici analoghi in molte altre culture della storia e sul pianeta).

Si strappava via un cuore da un petto per avere una pioggia o un raccolto, l’assunto culturale era (ed è) che una mortificazione (letteralmente) dell’umano ingraziasse la divinità e soprattutto lavasse, portasse via il peccato che aveva offeso la stessa divinità.

Dalla religiosità politeistica o animista o panteista il concetto e la pratica della purificazione mediante penitenza e abbattimento, mortificazione dell’umano eccedere passano alle religioni monoteiste.

Cristianesimo, Islam, ebraismo conoscono e praticano l’idea della penitenza che purifica. E la penitenza spesso nel corso dei secoli ha preso la forma concreta dell’abbattimento degli idoli, dei falsi idoli, quasi sempre identificati nei detentori di sapere, competenza, scienza.

Quindi non è per nulla nuovo il processo mentale che porta qualcuno a voler abbattere l’antenna, è l’ignoranza feroce. Ferocia e ignoranza viaggiano spesso insieme sia nella storia collettiva sia nell’individualità del singolo animo, viaggiano insieme e reciprocamente si potenziano.

E spesso si assegnano la missione di purificare il mondo, col fuoco, con la lama, con l’anatema verso gli impuri. E il tutto di non di rado assume modalità rituali, l’ignoranza feroce produce sempre nella storia una sua liturgia.

Anche oggi: chi attacca le antenne 5G non è matto, è un adepto a una piccola setta. Purtroppo di queste sette, sia pur piccole, ce n’è miriade. Insieme fanno massa, massa già critica. Per cosa, per un nuovo medioevo, per mostrare che al fondo è sempre medioevo cioè supremazia del pensiero magico? Medioevo?

Di più, più indietro, fino a quando gli umani pensavano che abbattendo i falsi idoli e sacrificando alle divinità sarebbero venuti cibo e salute. Cioè fin dall’inzio e fino a oggi.