Affittopoli 2/ Prezzi “stracciati” (o quasi) e svendite alla romana: i nomi

Pubblicato il 18 Marzo 2011 - 02:39| Aggiornato il 20 Marzo 2011 OLTRE 6 MESI FA

Campo de' fiori a Roma

ROMA -Prima Enasarco, poi l’Ater, il Comune di Roma: tra affitti a prezzi bassi e svendite organizzate ad hoc, dopo Milano, la capitale si è guadagnata la sua fetta di case di pregio con inquilini più o meno noti e imbarazzi annessi, con scandali esplosi uno dopo l’altro.

ENASARCO La cassa di previdenza degli agenti di commercio tra il 2003 e il 2007 ha stipulato contratti di affitto a parlamentari, sindacalisti, agenti segreti, vertici delle forze dell’ordine, ministri e famiglia. I nomi di quelli che il quotidiano Libero ha chiamato “furbetti della casa” spaziano dal senatore del Pdl Francesco Maria Amoruso (145 mq ai Parioli a 1.141 euro al mese) al senatore del Pd Benedetto Adragna (70 mq in zona Delle Vittorie a 603 euro), fino all’ex deputato di An Mario Palombo (190 mq al quartiere Portuense a 736 euro).

Nell’elenco dei fortunati spiccano anche i ministri: Elio Vito (127 mq in zona Camilluccia a 1.591 euro), l’ex titolare della Sanità Girolamo Sirchia (198 mq al Nomentano a 1.552 euro) e l’attuale viceministro delle Infrastrutture Roberto Castelli (97 mq a Trastevere a 600 euro).

E poi ancora ci sono l’ex funzionario del Sismi, Pio Pompa, e l’ex-patron del Perugia Calcio, Luciano Gaucci. Sia l’uno che l’altro si sono aggiudicati 165 metri quadrati nel quartiere Ardeatino a 698 euro al mese. Antonio Manganelli, capo della polizia di stato, e Francesco De Gennaro, figlio dell’ex capo della Ps, sembra che pagassero rispettivamente di 1.297 e 1.041 euro mensili, per due case da 143 e 132 metri quadrati ai Parioli.

“SVENDOPOLI” CAMPIDOGLIO A imbarazzare, e non poco, sedi di partito, ristoranti e alberghi però è stata la portata più succulenta dello scandalo case, quello della “svendopoli” Campidoglio. Tra il 2001 e il 2008 il Comune, in quota centrosinistra con Walter Veltroni sindaco, avrebbe dato locali e appartamenti in versione low cost, o almeno a prezzi di favore.

A tirare fuori le carte è stato il Tg1 che ha apparecchiato ai primi di marzo la tavola degli italiani con il boccone amaro dei fortunati con la casa in centro a Roma e forse le conoscenze giuste. Sono finite nel calderone oltre 2 mila case che avrebbero fruttato al Campidoglio appena il 15% del loro valore.

Tra gli esempi citati dal Tg1, quello di un locale affittato all‘associazione “Marcella Valentini” che risulta essere una sede del Partito democratico: canone meno di 500 euro l’anno, che però non verrebbe pagato da 25 anni. Un’altra sede del Pd, in via Vaiano, canone annuo 254 euro; una sede di Sinistra e libertà dal canone annuo di 213 euro, che non sarebbe da una decina d’anni.

Nell’elenco era anche finito un noto e eccellente ristorante  nel popolare quartiere di Trastevere, Checco Er Carrettiere, che era stato esposto sulla colonna infame perché pagherebbe 300 euro di affitto al mese, esattamente 3 mila 957 euro all’anno.

“Checco er Carettiere” ha però reagito e per la firma della signora Giulia Carosi ha precisato che “il ristorante Checco er carettiere appartiene alla famiglia Porcelli dal 1975, acquistato regolarmente da un privato” e che “il locale incriminato è sito in via Benedetta 29–30 e trattasi di ex bagni pubblici (15 mq) trasformati in deposito per l’immondizia”.

Da quello che si legge appare che il ristorante (noto in tutta Roma per la sua “carbonara”) occupi locali di sua proprietà. Del Comune di Roma sarebbe invece uno sgabuzzino di 15 metri quadrati per il quale paga poco più di 300 euro mensili di affitto.

La Chiesa di Santa Maria in Trastevere

Nella bacchettata affittopoli non viene risparmiato l’Hotel Richmond, in via Corrado Ricci, che paga soltanto 2.500 euro al mese, ovvero 30 mila e 600 euro di canone annuo. Non manca la sede di Rifondazione Comunista in piazza Belli con 3.700 euro di canone all’anno. Il ministero dell’Interno in piazza Trevi spende 3.162 all’anno, la sezione Psi di via Diego Angeli, 3318 e quella del Pci di piazza Ener Settica 13 mila e 150 euro. Per quanto riguarda le case vendute, molte sarebbero state vendute a prezzi decisamente inferiori al valore di mercato.

Tra quelli con la fortuna o vizio di saper scegliere bene le case c’è anche il figlio dell’ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco, Gabriele: un appartamento di 155 metri quadri vicino a Campo di Fiori, nel centro di Roma, sarebbe costato 900 mila euro, il 30-40 per cento in meno del valore di mercato.

Tra quelli che hanno comprato una casa del Comune spunta Predrag Matvejevic, nato a Mostar, premio Strega europeo nel 2003, condannato dal tribunale di Zagabria nel 2005.  Forse la lista è molto più lunga e in mezzo, secondo i principali quotidiani, ci sono società immobiliari come la Pasquino di Aldo Salini che avrebbe portato via un piano in via Panama ai Parioli a 1,6 milioni di euro o la Roma Caput Mundi che avrebbe acquistato per 1,8 milioni di euro 325 metri quadri con vista Fontana di Trevi. Poi ancora la Mecenate srl avrebbe preso 210 metri quadri a 230 mila euro.

Nella classifica delle case da sogno ci sono Trastevere, il centro storico, Fontana di Trevi, piazza Navona. Sono tutti appartamenti del Comune, dati via agli stessi prezzi della periferia.

Qualche esempio? Siamo in Corso Rinascimento al numero 81 per l’esattezza, tra piazza Navona e il Senato per una casa di 119,16 metri quadri il Campidoglio ha incassato 198.436 euro. In zona Pantheon invece c’è chi si è aggiudicato per 146 mila euro un appartamento al numero 65 di piazza della Rotonda: 45,47 metri quadri. In via delle Mole de’ Fiorentini 28, a due passi dal Lungotevere, un immobile di 132,91 metri quadri è stato venduto a 234.944,50 euro.

Scorrendo la lista delle aste, in via dei Coronari, un appartamento da 183,55 metri quadrati è stato venduto a 1.520.000 euro rispetto ai 520 mila euro di base. E ancora in via Acciaioli, tra corso Vittorio Emanuele II e il Tevere, c’è chi ha comprato una casetta da 51 metri quadrati a 321 mila euro, contro i 134 mila iniziali. Poi in via del Crocefisso 92 metri quadrati sono andati alla «Ripetta 2003 srl» per 271.601 euro, rispetto ai 205.600 di partenza.

I dubbi sul modus operandi di vendita restano tanti: primo fra tutti perché le aste sono risultate praticamente deserte. Poi c’è da chiarire perché l’elenco degli alloggi invenduti è stato pubblicato solo sul sito web di “Risorse per Roma” e non sul sito del Comune, così quindi in pochi ne sono venuti a conoscenza. Ci sarebbero stati dunque 25 immobili per cui, dopo l’asta flop, sarebbe stata organizzata una vendita con trattativa privata alla quale però hanno potuto partecipare solo gli “eletti” che sapevano della famosa lista.

ATER Se passiamo alle case Ater, l’azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica i meccanismi rodati sono pressoché gli stessi: zone ambite e prezzi bassi per case vendute tramite aste, in alcune casi deserte.

Quartiere Testaccio, per una casa in via Romolo Gessi, piazza Santa Maria Liberatrice di 72 metri quadri i fortunati acquirenti hanno pagato 48.138,93 euro, o ancora 45.439,38 euro per una casa di 66,77 metri quadri in via Branca 77. Altro quartiere, altre svendite: a Flaminio si parla di un appartamento pubblico passato in mani private a soli 84 mila euro e altre centinaia di euro per 80 metri quadri.

Nella bacchettata Ater è finito il direttore del piano vendite, Rodolfo Mari, che vive in una casa a due passi dal Vaticano, acquistata dalla moglie; l’architetto dell’Ater, Tullio Gay, risiede in un villino liberty, in uno dei punti più belli della Garbatella.