Alunne e laureande più brave dei maschi. Il perchè: scuola e università hanno scelto modelli di pensiero e di valutazione più adatti al cervello femminile

Pubblicato il 6 Luglio 2009 - 13:55 OLTRE 6 MESI FA

Dalla Gran Bretagna agli Usa, dalla Scandinavia all’Italia, dai paesi baltici all’Australia e anche in buona parte dell’Asia economicamente sviluppata le statistiche indicano unanimi un fenomeno che sta diventando regola: le donne a scuola e all’università risultano più brave dei maschi. Non è ormai una sorpresa, la sorpresa è la spiegazione del perché. Quasi ovunque negli ultimi decenni metodi di insegnamento e di esame dei risultati sono stati modificati.  Nella didattica è stata privilegiata e premiata la partecipazione, negli esami è stata promossa la disponibilità. Minore e alla fine quasi nessuna importanza è stata data allo studio che organizza l’apprendimento in sistemi chiusi che si auto alimentano e sono autonomi dalla sfera delle relazioni umane. Insomma lo studio e il pensiero racchiusi nella classica figura dello scienziato o del filosofo che in solitudine rimugina, elabora, scopre e riflette sono stati messi in secondo piano rispetto alla figura dell’alunno/alunna che “socializza” la sua esperienza cognitiva.

Una scelta che sembra fatta apposta per le donne il cui cervello, dicono le ricerche, «è cablato in modo dominante per l’empatia». Al contrario il cervello maschile è «cablato per la comprensione e costruzione di sistemi. Il cervello maschile si forma nell’utero a tre mesi, quando un’immissione di testosterone elimina una parte dei sentimenti dell’empatia». Dunque una scuola, un percorso formativo, una pedagogia che privilegiano l’identificazione nell’esperienza altrui e lo scambio di esperienze impegnano un cervello femminile atto alla bisogna mentre chiamano il cervello maschile a fare ciò per cui non è geneticamente portato.

Non è la vecchia solfa del cervello diverso tra donne e uomini, la tesi è provata anche dai dati sulla riuscita scolastica: quando si applicano parametri quali la «spiegazione scientifica dei fenomeni», i maschi ottengono valutazioni e risultati migliori. Cambiando la tipologia di test e misurando invece la capacità “orizzontale” di mappatura dei fenomeni, le donne risultano prime. Ecco dunque il perchè: indipendentemente dal fatto che sia un bene o un male, senza emettere nessun giudizio di valore, la scuola, la didattica, la pedagogia hanno adottato parametri culturali femminili.