Gawker svela i segreti degli hacker di Anonymous

Pubblicato il 22 Marzo 2011 - 08:09 OLTRE 6 MESI FA

NEW YORK – L’ultima delle loro “vittime” eccellenti, pochi giorni fa, è stata Bank of America, accusata di aver nascosto importanti informazioni sulla gestione dei mutui e “punita” con la diffusione su internet di e-mail compromettenti. Ma fra i target di Anonymous, un celebre gruppo di hacker che ha sostenuto anche Wikileaks, in passato ci sono stati anche la Chiesa di Scientology, Amazon, PayPal, Mastercard e Visa.

A svelare i segreti dell’organizzazione e le sue faide interne è il sito americano Gawker, che ben conosce il potenziale del gruppo da quando, nel dicembre scorso, fu oggetto di uno dei suoi attacchi: gli hacker pubblicarono, infatti, gli indirizzi di posta elettronica di migliaia di suoi utenti per dimostrarne la vulnerabilità. Nonostante la violazione del sito sia stata rivendicata ufficialmente dal gruppo Gnosis, Gawker racconta di aver saputo da un giornalista-infiltrato il nick-name di uno dei responsabili (Kayla), che in realtà fa parte di Anonymous.

A quanto si legge nel lungo articolo di John Cook e Adrian Chen, alcuni ex hacker di Anonymous, contrariati dalla deriva poco etica dell’organizzazione (che nelle sue azioni più rischiose ha coinvolto ragazzini di 15 o 16 anni), avrebbero fornito a Gawker i log delle chat successive all’attacco della HBGary (una società “esperta” in sicurezza informatica) del febbraio scorso, in cui si delineerebbe una sorta di gerarchia tra i membri del gruppo, che in passato aveva sempre negato ci fosse una qualche leadership.

Ma non è tutto: le “talpe” avrebbero rivelato al sito (ma anche all’Fbi e al dipartimento della Difesa americano) la vera identità di alcune figure chiave dell’organizzazione, che i giornalisti non hanno però pubblicato per mancanza di prove.

Le chat, del resto, sono già sufficientemente interessanti per capire come il gruppo agisca e si percepisca dall’interno. Quando tale “Laurelai”, ad esempio, mette nero su bianco un set di regole da rispettare nel pianificare e realizzare gli attacchi, “Sabu” si mostra sarcastico e sprezzante e ordina di far sparire il documento, che a suo dire potrebbe essere utile solo ai federali. Nel ricordare che Anonymous è un “collettivo senza leader”, “Sabu” in realtà non fa che ribadire il proprio ruolo di comando, stabilendo chi debba essere preso di mira, cosa sia lecito fare e cosa no, prendendosi esplicitamente il merito dell’attacco a HBGary e maltrattando chiunque osi criticare il suo operato. I suoi modi appaiono decisamente sopra le righe: “Possiamo fottere questi negri” esclama riferendosi a Hunton and Williams, uno studio legale finito fra i possibili target.

Ossessionati dalla sicurezza e spesso inclini alla paranoia, i membri di Anonymous si attribuiscono addirittura il merito della caduta di Mubarak in Egitto, manifestando una certa presunzione. Del resto, anche il portavoce di Anonymous, Barrett Brown, contattato da Gawker, ammette: «È vero. Posso confermare che siamo diventati dei megalomani vendicativi».