Artico senza ghiaccio entro 2020. CryoSat rivela scioglimento sempre più veloce

Pubblicato il 13 Febbraio 2013 - 13:30| Aggiornato il 24 Giugno 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il Polo Nord sta scomparendo sempre più rapidamente e nel 2020 potrebbe sparire del tutto. I dati del satellite CryoSat dell’Esa mostrano come il livello del volume ghiacci dell’Artico sia diminuito del 60% in più di quanto previsto. A partire dal 2008 l’Artico ha perso circa 4300 chilometri cubi di ghiaccio durante i periodi autunnali e circa 1500 chilometri cubi durante i periodi invernali. Diminuzioni che hanno comportato la scomparsa del ghiaccio dalle regioni a nord della Groenlandia, dell’arcipelago del Canada e delle isole Svalbard.

Il volume dei ghiacci è diminuito del 36% durante l’autunno e del 9% tra l’inverno del 2003 e quello del 2012. Ma è nell‘estate 2012 che è stato registrato il record di scioglimento dell’Artico, con il ghiaccio che ha raggiunto il livello massimo di sottigliezza lo scorso settembre.  Se il livello del ghiaccio continuerà a scendere con queste velocità, il ghiaccio sparirà dal Polo Nord entro il 2020 e non entro il 2050, come in precedenza stimato.

Lo scioglimento dei ghiacci artici è una realtà che Nasa ed Esa tengono d’occhio da tempo. I dati raccolti da CryoSat evidenziano la diminuzione del volume di ghiaccio del Polo Nord già osservata tra il 2003 ed il 2008 dal satellite IceSat della Nasa.

Tommaso Parrinello, mission manager di CryoSat, ha spiegato: “Gli altri satelliti hanno evidenziato, attraverso il livello dei ghiacci dell’Artico, il riscaldamento climatico. CryoSat permetterò agli scienziati di stimare il volume dei ghiacci, cioè un indicatore molto più accurato dei cambiamenti che si stanno verificando al Polo Nord”.

Il satellite infatti è in grado di calcolare il “bordo libero” dei ghiacci, cioè l’altezza tra l’acqua ed il ghiaccio, e dunque di stimarne in maniera più precisa il volume. Anche se i dati di CryoSat promettono maggiore precisione, gli scienziati dell’Esa avvisano che i dati raccolti riguardano solo il periodo tra il 2011 ed il 2012, dunque non vi sono ancora dati sufficienti per stabilire un trend sugli effetti dello scioglimento dei ghiacci e dell’impatto sui cambiamenti climatici a lungo termine.

Il video dell’Esa dai dati di CryoSat:

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