Il nuovo arto bionico sarà comandato dalla luce prodotta dal cervello

Pubblicato il 18 Ottobre 2010 - 11:17 OLTRE 6 MESI FA

Un arto bionico si muove comandato da luce prodotta a partire da segnali nervosi nel cervello: ecco la nuova ricetta per muovere una protesi. Infatti sono stati costruiti prototipi di sensori fotosensibili che, applicati al cervello, traducono i segnali nervosi in luce che poi viaggia su fibra ottica e va a controllare i movimenti della protesi.

Siamo ancora all’inizio, spiega al magazine britannico New Scientist Marc Christensen della Southern Methodist University a Dallas: per ora è stato realizzato un prototipo non utilizzabile sul cervello, ma la volontà è di iniziare le sperimentazioni su animali (cani o gatti) entro due anni. Nel mondo la scienza si dà un gran da fare per creare le cosiddette ‘interfaccia uomo-macchina’, cioè sensori che traducano i segnali nervosi in parole, comandi motori, movimenti del mouse di un pc o della sedia a rotelle.

L’obiettivo è aiutare i malati il cui corpo è ‘congelato’ nella paralisi. Finora si è lavorato con elettrodi metallici impiantabili nel cervello, ma questi potrebbero indurre reazioni di rigetto. I ricercatori texani guardano oltre e vogliono creare sensori completamente biocompatibili con polimeri e fibra ottica che funzionano a colpi di luce.

Ogni nostro movimento inizia con un segnale prodotto dai neuroni, una piccola corrente elettrica, che questi prototipi di sensori traducono in un segnale luminoso che poi viaggia attraverso la fibra ottica andando a comandare l’arto prostetico. Il paziente pensa a un determinato movimento dell’arto, questo pensiero corrisponde a un certo segnale neurale e quindi a un determinato impulso luminoso.

Il viaggio della luce si può ipotizzare anche in senso inverso, cioè dalla protesi al cervello, per ricostruire per esempio gli stimoli tattili che dalla mano risalgono al cervello. Il lavoro è ancora all’inizio, il prossimo passo e’ rimpicciolire i prototipi creati finora e renderli applicabili al cervello dei pazienti.