ROMA – L’asteroide 2014 Dx110 è sempre più vicino alla Terra. L’appuntamento con l’asteroide dal diametro di 29 metri circa è fissato alle 22,07 del 5 marzo. L’oggetto celeste passerà ad appena 350mila chilometri di distanza dal pianeta, una distanza quasi paragonabile ai 384.403 chilometri che separano la Terra dalla Luna.
L’asteroide sarà visibile dall’Italia, ma non ad occhio nudo: serviranno infatti strumenti professionali per poterlo osservare e la sua elevata velocità renderà difficile anche i tentativi di fotografarlo. Il passaggio di questo asteroide rientra fra i 200 più ravvicinati avvenuti dall’inizio del ‘900 e per osservarlo il telescopio, dal diametro di almeno 40 centimetri, andrà puntato verso Nord, non lontano dalla stella polare, al confine tra le costellazioni di Cassiopea, Cefeo e Giraffa.
Anche se l’incontro sarà estremamente ravvicinato, le dimensioni dell’asteroide, poco più che un “sasso cosmico“, non destano particolari preoccupazioni, come spiega all’Ansa Gianluca Masi, curatore scientifico del Planetario di Roma e responsabile del Virtual Telescope:
“Nonostante l’incontro sia molto ravvicinato, la distanza è in ogni caso di assoluta tranquillità. Sarà un incontro di grande spettacolarità,perché l’oggetto sarà molto rapido fra le stelle quindi sarà come inseguire tra gli astri una macchina che corre a grande velocità”.
E se la velocità del corpo celeste è già elevata, al passaggio accanto alla Terra aumenterà ancora, spiega Masi:
“La distanza ravvicinata con la Terra farà risaltare la velocità dell’oggetto che è di 15 chilometri al secondo, relativa al nostro pianeta. Si tratta di un record storico poiché questo passaggio rientra fra i 200 più ravvicinati avvenuti dall’inizio del ‘900. Tuttavia il nostro pianeta non corre alcun pericolo”.
L’asteroide è stato scoperto dal Minor Planet Center, l’organizzazione dell’Unione Astronomica Internazionale che ‘sorveglia’ i corpi minori del Sistema Solare. E se nessun pericolo è assicurato, resta comunque il timore al pensiero della pioggia di meteore di Chelyabinsk, in Russia, lo scorso 15 febbraio. Evento che non si ripeterà, date le dimensioni ridotte dell’asteroide, che se entrasse nell’atmosfera terrestre andrebbe distrutto nell’impatto.