Batteri “globetrotter” viaggiano in aria per migliaia di km?

di Caterina Galloni
Pubblicato il 28 Marzo 2019 - 07:17| Aggiornato il 23 Agosto 2019 OLTRE 6 MESI FA

Batteri “globetrotter” viaggiano migliaia di km via aria?

ROMA – I batteri potrebbero viaggiare per migliaia e migliaia di chilometri attraverso l’aria, arrivando da un capo all’altro del mondo: è il “ponte aereo”, un’ipotesi degli scienziati basata sulle sequenze di DNA, trovate nei batteri in diverse sorgenti calde in tutto il mondo, e che si sono rivelate identiche. La teoria che va per la maggiore vede animali, soprattutto uccelli e quelli che compiono notevoli migrazioni, come trasportatori anche nei luoghi più remoti o che comunque sembrano irraggiungibili.

Secondo Konstantin Severinov, microbiologo e professore di biologia molecolare nonché autore dello studio, il “ponte aereo” spiegherebbe lo scambio di agenti patogeni tra luoghi lontani. Severinov e i colleghi hanno studiato le “memorie molecolari” che i batteri mantengono dei loro incontri con i virus, memorie immagazzinate nel Dna batterico e per farlo hanno prelevato batteri Thermus Thermophilus, microrganismi termofili che amano il calore: in Italia nella ghiaia bollente sul Vesuvio e in sorgenti calde sull’Etna, poi sono volati in Cile, dove hanno raccolto altri di questi bacilli nelle sorgenti termali a Nord nella regione di El Tatio e nella regione meridionale di Termas del Flaco. Ultima tappa le sorgenti calde nella caldera di Uzon in Kamchatka, Russia. 

Nelle cellule batteriche infettate da virus, le memorie molecolari sono immagazzinate in speciali regioni del Dna batterico chiamate Crispr. Le cellule che sopravvivono alle infezioni passano i piccoli frammenti di Dna virale alla loro prole. L’ordine di queste memorie consente di seguire la storia dell’interazione batterica con i virus nel tempo. “Poiché i batteri che studiamo vivono in acque molto calde – circa 160 gradi Fahrenheit – in luoghi remoti, non è possibile immaginare che li trasportino animali, uccelli o esseri umani”, ha affermato Severinov. “Sono trasportati per via aerea e il movimento deve essere molto esteso in modo che in luoghi isolati i batteri in abbiano caratteristiche comuni”.

Secondo gli scienziati, i risultati della ricerca potrebbero cambiare la comprensione su come si diffondano malattie, avere impatto su importanti studi epidemiologici, ad esempio quelli relativi ai batteri resistenti agli antibiotici. (Fonte: Daily Mail)