Il botox stende le rughe e paralizza il cervello

Pubblicato il 30 Maggio 2010 - 11:00| Aggiornato il 1 Giugno 2010 OLTRE 6 MESI FA

Utilizzare il botox rallenterebbe la capacità di “comprendere” frasi che hanno a che fare con emozioni quali rabbia, tristezza e contrarietà è la notizia che apparirà nell’edizione di giugno della rivista scientifica tedesca “Bild der Wissenschaft”, mentre finora si sapeva che l’utilizzo del botox ostacolava la capacità di “trasmettere” queste emozioni.

La rivista fa riferimento allo studio in via di pubblicazione dal titolo “Cosmetic use of botulinum toxin affects processing of emotional language” condotto da un team di psicologi della pubblica Università statunitense Wisconsin-Madison che ha testato 20 donne prima e dopo un trattamento con il botox ed ha osservato che la frase “State salutando un caro amico che non vedrete mai più” veniva compresa con un secondo di ritardo rispetto al prima del trattamento.

Per quanto un secondo possa sembrare poco, esso è invece un ritardo sufficiente a non far percepire certe oscillazioni emozionali durante una conversazione, sostiene il professore emerito di psicologia della W-M University Arthur Glenberg, e chi non può far muovere i muscoli della propria fronte adeguatamente percepisce in maniera più flebile le emozioni che hanno a che fare con il corrugare questa parte del viso.

La supposizione degli scienziati riguardo al rapporto tra capacità di esprimere e percepire emozioni ed uso del botox è che il cervello abbia bisogno di un feedback dei muscoli del viso per poter padroneggiare l’emotività.

La tossina del botulino, chiamata botox per brevità, viene impiegata in medicina estetica, oltre che in altri campi, principalmente per spianare le rughe d’espressione quali quelle sulla fronte causate da emozioni quali rabbia o preoccupazione o le zampe di gallina generalmente causate dal riso ed opera ostacolando la trasmissione delle emozioni alla muscolatura.

L’effetto di questa sostanza tossica dura dalle 8 alle 12 settimane ma differisce da individuo a individuo, tanto che in alcune persone pare che non funzioni per niente ma non se ne conosce il motivo.