C’è un “buco nero” nel cervello dove nasce il crimine. La scoperta del Dott.Roth

Pubblicato il 7 Febbraio 2013 - 19:03| Aggiornato il 9 Giugno 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – C’è un “buco nero” nel cervello, nel quale si annida la cattiveria umana. Un’ombra scura sul lobo frontale è il tatto distintivo di ladri, assassini e stupratori: è lì che nascono gli istinti criminali secondo il neurologo tedesco, Gerhard Roth.

Intervistato dal Daily Mail, Roth ha spiegato: “Quando sottoponiamo assassini, stupratori e ladri a una radiografia, la zona cerebrale rivela quasi sempre gravi carenze nella parte frontale-inferiore”. Curando dunque quel tratto comune, sarebbe possibile rieducare i criminali o addirittura prevenirne le azioni più violente.

Roth, che da anni studia per conto del governo tedesco le persone condannate per reati violenti, racconta: “Abbiamo mostrato ai soggetti alcuni cortometraggi e misurato le onde cerebrali prodotte al momento della visualizzazione: per ogni azione brutale e scena squallida mostrata non si è prodotto alcun tipo di emozione”. Secondo il medico le persone criminali sarebbero vittime di una disfunzione nell’area che regola le emozioni compassionevoli.

Ma attenzione, perché non si tratta solo di predisposizioni genetiche alla violenza: fondamentale oltre alla storia clinica degli individui è l’ambiente in cui gli individui crescono e si formano.

Il dottor Roth racconta di casi in cui i comportamenti violenti sono aumentati a causa della formazione di un tumore in quell’area cerebrale. “Dopo la rimozione del cancro – riporta – i soggetti sono tornati a vivere nella più completa normalità”.

I disturbi del lobo frontale sono sinonimo di potenziale criminalità nel 66% dei casi. Dice Roth: “Quando vedo in un giovane dei disturbi dello sviluppo nel lobo frontale inferiore sono sicuro: al 66% sto osservando un potenziale criminale, un violento in divenire”.

Ma cosa succede esattamente nella mente? “Il cervello cerca di compensare le tendenze violente. Vi sono degli esempi di deficit psicologici causati dal malfunzionamento della serotonina che vengono autoregolati dal corpo ma a volte è difficile capire come”.

E c’è di più, spiega il medico che nei ragazzini che mostrano una massa oscura in quella zona, è ancora più facile individuare comportamenti anti-sociali. “Quei ragazzini – per Roth – andrebbero immediatamente destinati alla rieducazione”.

Per il neurologo esisterebbero tre categorie di individui potenzialmente pericolosi. Quelli che ha definito “psicologicamente sani” ma che sono cresciuti in ambienti nei quali furti e violenze non sono considerati socialmente devianti. I “disturbati mentali” ai quali basta un nonnulla per esplodere in accessi di rabbia in preda ai quali possono arrivare anche a commettere omicidi. E gli “psicopatici puri”: a questo gruppo appartenevano soggetti come Hitler e Stalin.