Cadaveri si muovono, è scienza non fantazombie

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 3 Ottobre 2019 - 08:17 OLTRE 6 MESI FA
Cadaveri si muovono, è scienza (Australia) non fantazombie

La locandina de I morti non muoiono di Jim Jarmusch

ROMA – Non c’è pace nemmeno dopo morti. Arriva dall’Australia la ricerca che lo conferma: i cadaveri si muovono, si muovono sino ad un anno dopo il momento fatale. Altro che riposo eterno, anche se qui gli zombie non c’entrano nulla. A stabilirlo sono stati i ricercatori della Australian Facility for Taphonomic Experimental Research (AFTER), ricercatori che hanno verificato come i corpi in stato di decomposizione si muovano, e come lo facciano in modo significativo.

A condurre la ricerca è stato il dottor Alyson Wilson, con l’utilizzo di telecamere time-lapse con cui ha filmato la decomposizione di un corpo di un “donatore” in intervalli di 30 minuti per 17 mesi. Ricerche rese possibili da un laboratorio all’aperto che si trova in un luogo segreto nei dintorni di Sydney, in Australia. Un luogo lasciato nel modo più naturale possibile: 4 ettari di terra dove i corpi di donatori, che prima di morire hanno sottoscritto un contratto per donare i propri resti alla scienza, vengono monitorati costantemente, ricoperti da una gabbia, per evitare l’arrivo di animali predatori, e appoggiati direttamente sul suolo.

Così, monitorando queste “cavie”, ci si è resi conto che i corpi si muovono, si muovono naturalmente. E non poco. In particolare si muovono le braccia, che possono partire da una posizione laterale per poi spostarsi sopra al corpo, mentre in un caso un braccio si è allontanato per poi tornare al suo posto. Movimenti che avvengono per un lunghissimo periodo di tempo, fino ad oltre un anno dalla dipartita terrena. Due gli interrogativi che questa ricerca pone: a cosa sono dovuti i movimenti e perché si studiano i movimenti dei cadaveri.

La risposta al secondo interrogativo è la più semplice ed è perché questo tipo di conoscenza può aiutare, ad esempio, a risolvere casi legati a crimini. Generalmente si suppone infatti che dopo la morte, con l’arrivo del rigor mortis, i corpi restino nelle posizioni in cui si trovano. E su questo presupposto si basano molte ricostruzioni volte a comprendere l’accaduto. Sapere se, e soprattutto come si muovono i cadaveri, può aiutare, e molto, a rendere le ricostruzioni più precise. Leggermente più complessa la risposta al primo interrogativo: cosa causa i movimenti? Più complessa perché più articolata.

Ai movimenti in questione collaborano infatti più cause. Alcuni, quelli minori, sono ad esempio dovuti al lavorio degli insetti che dei cadaveri si nutrono. Mentre altri sono invece legati ai processi della decomposizione: i tendini si ritirano e così facendo tirano le braccia e altre parti. E poi c’è la gravità, che insieme alla decomposizione che modifica la densità e la resistenza dei tessuti organici, lavora in modo diverso su questi generando movimenti. Niente zombie dunque e niente vita dopo la morte, solo e semplice biologia, ma niente pace.