OREGON, USA – La clonazione umana si avvicina ancora: sono passati 16 anni dalla clonazione della pecora Dolly, ma adesso alcuni ricercatori hanno messo a punto una scoperta che potrebbe rivelarsi decisiva in questo senso: cellule della pelle sono state infatti riprogrammate e riportate allo stato indifferenziato tipico delle cellule staminali embrionali, a partire dal quale è possibile ottenere qualsiasi tipo di tessuto.
Si riaccende così il sogno della clonazione terapeutica, che punta a produrre riserve di cellule degli stessi pazienti per terapie per combattere malattie come Parkinson, sclerosi multipla e lesioni spinali. Il risultato, pubblicato sulla rivista Cell, è frutto della collaborazione fra la Oregon Health and Science University (Ohsu) e Centro di ricerca sui primati dell’Oregon (Onprc).
Il gruppo di ricerca, coordinato da Shoukhrat Mitalipov, ha trasferito il nucleo di una cellula all’interno di una cellula uovo dalla quale era stato in precedenza rimosso il nucleo, nel quale è racchiuso il Dna. Una volta trasferita, la cellula adulta ha cominciato a riceve dall’ambiente interno all’ovocita una serie di segnali che l’hanno indotta a trasformarsi e a tornare progressivamente indietro nello sviluppo, fino a diventare una cellula indifferenziata come una cellula embrionale.
Le cellule ottenute con questa tecnica, ha detto Mitalipov, ”hanno dimostrato la capacità di trasformarsi in diversi tipi di tessuti, proprio come fanno le normali cellule embrionali, dando origine a cellule di cervello, fegato e cuore”.
E senza problemi di rigetto poiché vengono ottenute a partire dalle cellule dello stesso paziente cui è destinata la cura. ”C’è ancora molto lavoro da fare prima di mettere a punto cure sicure ed efficaci basate su questa tecnica, ma – ha detto ancora il ricercatore – riteniamo che questo sia un passo significativo verso lo sviluppo di cellule da utilizzare nella futura medicina rigenerativa”.
Questo nuovo passo in avanti arriva dopo numerosi tentativi fatti negli immediatamente successivi alla nascita di Dolly, ma non riusciti. Tanto che a partire del 2006 la strada maestra per la riprogrammazione delle cellule si è basata sulla tecnica introdotta dal giapponese Shinya Yamanaka, che prevede la stimolazione delle cellule con un cocktail di quattro geni.
Tuttavia i ricercatori dell’Oregon non si sono mai dati per vinti. Lo stesso Mitalipov nel 2007 aveva ottenuto cellule staminali embrionali di scimmia utilizzando il trasferimento nucleare. Dal settembre 2012 l’obiettivo del suo gruppo è stato raggiungere lo stesso obiettivo con le cellule umane. Perché ci sono voluti sei anni per raggiungere lo stesso risultato nell’uomo? La maggior parte del tempo, ha spiegato Mitalipov, è stata impiegata ad affrontare le leggi americane relative alla ricerca sugli embrioni.