Cognitive computing, pc ‘umani’: vista, udito, olfatto, tatto e gusto digitali

Pubblicato il 17 Dicembre 2012 - 15:03 OLTRE 6 MESI FA
Cognitive computing, pc ‘umani’: vista, udito, olfatto, tatto e gusto digitali

ROMA – Il cognitive computing doterà i computer di vista, olfatto, udito, tatto e gusto, rendendoli più umani. Entro 5 anni, scrive il Sole 24 Ore, Ibm potrebbe lanciare il futuro della tecnologia. I computer diventeranno più “umani”, sviluppando i 5 sensi: i computer potranno apprendere attraverso i sensi umani e trasmettere i dati sotto forma di esperienza acquisita.

Il tatto, scrive il Sole 24 Ore, sarà riprodotto anche attraverso smartphone e tablet:

“Una persona che tocca un cellulare sarà in grado di percepire una simulazione più accurata di una superficie attraverso le vibrazioni emesse dal dispositivo, unite con una rielaborazione più dettagliata delle immagini”.

Una funzione che avrà importanti influenze sia sull’e-commerce, potendo inviare materiali e tessuti, sia per la telemedicina come aiuto nelle dialisi.

Il gusto invece sarà esplorato attraverso ricche banche dati:

“L’accessibilità di ampie banche dati sulle strutture delle molecole mostra il sentiero per creare una combinazione immensa di ricette personalizzate, valutare le risposte delle persone e costruire, ad esempio, diete più sane e sostenibili”.

L’olfatto arriverà sugli smartphone e sarà un valido aiuto per diagnosi ed e-health, scrive il Sole 24 Ore:

“Una generazione di sensori potrà analizzare in tempo reale il respiro di una persona e cogliere i primissimi indizi, ad esempio, di un raffreddore. Quella dell’e-health è un’area dove Ibm da anni sperimenta con l’intelligenza artificiale di Watson che apprende anche dall’esperienza condivisa nelle università”.

La vista è il senso mai mancato ai pc, ma gli usi delle immagini di Instagram, Twitter, Flickr e Google+ potrebbero essere molti, spiega il Sole 24 Ore:

“Durante le catastrofi naturali, come tempeste tropicali e terremoti, arrivano fotografie e video, pubblicati nei social network: le formule matematiche di machine learning possono insegnare alle macchine in che modo imparare a distinguere pattern all’interno delle immagini e sono in grado di accelerare i tempi di risposta delle unità di soccorso che, in questo modo, hanno una conoscenza più dettagliata del territorio, senza dover perdere tempo a esaminare manualmente le fotografie”.

Infine c’è l’udito, altro senso già disponibile per i computer ma che lavorerà su frequenze diverse, ad esempio quelle superiori a 20 KHz, che non sono udibili dall’uomo e vengono utilizzati per le previsioni del tempo:

“Emessi in un’area su frequenze non udibili dagli esseri umani (superiori a circa 20 Khz) sono segnali per le previsioni del tempo, come rivelano gli studi del laboratorio di ricerca Ibm a San Paolo. Inoltre, le conversazioni e le modulazioni di voci influenzate delle emozioni diventano più riconoscibili con le tecniche di deep learning: si tratta di indizi che possono essere adoperati anche per capire più a fondo lo stato d’animo delle persone e adattare di conseguenza le vetrine digitali”.

Computer, smartphone e tablet già radicati nella nostra società, con il cognitive computing diverranno strumenti essenziali nella società del futuro.