A 8 anni porta il coltello a scuola. La direttrice: “Nessuna minaccia”

Pubblicato il 16 Maggio 2010 - 20:00| Aggiornato il 17 Maggio 2010 OLTRE 6 MESI FA

Nessuna minaccia ai compagni di scuola: la direttrice del terzo circolo Rodari di Monteruscello, frazione di Pozzuoli (Napoli), Valeria Tripepi, in una nota, torna sull’episodio del ragazzino che aveva portato in classe un coltello, ricostruendo l’accaduto e criticando la ricostruzione e “l’enfasi” data all’episodio dai media.

Monterusciello non è nuova alle cronache. Nel 1988, Giuseppe D’Avanzo scrisse su Repubblica: “Monteruscello, la città costruita con il calcestruzzo della camorra”.   C’è un sito, Monterusciello. Altervista.org che parla apertamente di scempio, dall’immondizia all’abusivismo edilizio. Su Youtube c’è una collezione di video di ragazzine che dà un’idea dei fermenti e delle aspirazioni di quelle giovanissime generazioni.

In questo contesto, il comunicato scolastico è quasi comico. Scrive la direttrice Tripepi: “Si parla di una denuncia ad opera di alcuni genitori relativa ad un episodio di bullismo all’interno della scuola, protagonista un bambino in possesso di un coltello, il quale ‘non sarebbe stato solo mostrato ai compagni di classe ma sarebbe emersa anche qualche minaccia verso i piu’ riottosì. In primo luogo alle autorità competenti e alla sottoscritta, in qualità di dirigente della scuola, non è pervenuta alcuna denuncia scritta, né alcuna segnalazione verbale da parte di nessun genitore”. “Semplicemente – continua – un insegnante della classe, accortasi che l’alunno era in possesso di un coltello custodito in un astuccio, preoccupandosi della potenziale pericolosità dell’oggetto, me lo ha consegnato”.

“Prontamente – continua il racconto – ho convocato a scuola i genitori dell’alunno, che si sono presentati e hanno riconosciuto l’oggetto in questione come appartenente ad una collezione acquistata in edicola. Si sono scusati dell’accaduto e sono stati da me sollecitati a fare maggiore attenzione a ciò che il figlio porta a scuola, nell’interesse della sua incolumità e di quella dei compagni”. “E’ falso che ci sia stata una formale denuncia da parte di genitori – aggiunge la direttrice – e che si siano verificati episodi di violenza, minacce o bullismo”.

“Alla luce dei fatti, non vi è stata alcuna minimizzazione da parte della sottoscritta – continua -, che ha adottato provvedimenti adeguati all’entità dell’accaduto, senza minimizzazioni e superficialità né enfasi immotivate. Nessun genitore ha inoltrato richiesta alla Dirigente affinché indagasse più a fondo sull’accaduto e prendesse altri provvedimenti, né ha segnalato che vi siano stati altri episodi simili che potessero indurre ad una preoccupazione riguardo al rischio di incolumità dei bambini o di possibili emulazioni da parte dei compagni”. La dirigente aggiunge anche di non aver mai provato a “rassicurare i genitori invitandoli a desistere dal creare strascichi alla vicenda, in considerazione del fatto che nessun genitore ha manifestato preoccupazione per l’accaduto”.