Coronavirus, si deve prendere tempo: un anno per un vaccino, 8 mutazioni del Covid-19

di Caterina Galloni
Pubblicato il 2 Aprile 2020 - 06:54 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus, si deve prendere tempo: un anno per un vaccino, 8 mutazioni del Covid-19

Coronavirus, si deve prendere tempo: un anno per un vaccino, 8 mutazioni del Covid-19 (Foto Ansa)

Coronavirus, la parola d’ordine è prendere tempo. Fondamentale è “dare tempo agli scienziati di sviluppare terapie e vaccini”, scrive Nextstrain.org.

Nextstrain è un progetto open source mirato a sfruttare il potenziale scientifico e di salute pubblica dei dati sul genoma dei patogeni. Fornisce un panorama costantemente aggiornato dei dati, disponibili al pubblico, insieme a potenti strumenti di analisi e rappresentazione.

Gli esperti affermano che il primo vaccino per debellare il coronavirus potrebbe essere disponibile da un anno a 18 mesi.

Sebbene negli Usa, nel Regno Unito e in altre nazioni siano in corso degli studi sui vaccini, prima che vengano diffuse milioni di dosi è necessario del tempo, così da dimostrare che sono sicuri ed efficaci.

“Sulla base della frequenza di mutazione, i primi dati indicano che si tratterebbe probabilmente di un vaccino “una tantum” e non da ripetere annualmente come quello antiinfluenzale”, ha spiegato un esperto.

Gli scienziati di Nextstrain hanno elaborato una mappa interattiva del mondo, dalla quale si può vedere il percorso del virus, dai primi casi in Cina, fino al contagio universale.

Gli inglesi, dopo avere negato l’evidenza, sono arrivati a rivendicare che l’hub mondiale è stato Londra, non la Germania o la Padania. Secondo la interpretazione data alla mappa di Nextstrain dal Daily Mail, il virus si è sviluppato in Cina ma poi dalla Cina non è arrivato direttamente nell’Europa continentale per poi diffondersi in Gran Bretagna, America e nel resto del mondo.

Secondo questa interpretazione, proprio Londra sarebbe stata l’hub Covid-19, quando il virus è mutato in otto diversi ceppi e si è diffuso in tutto il mondo. A guardare la mappa e a leggere bene le note degli esperti, si deduce che è ben difficile individuare una sola linea, precisa e netta, della diffusione del virus. Migliaia, forse milioni sono le persone che si sono spostate fra la Cina e l’Europa nei mesi precedenti l’annuncio ufficiale della pandemia.

Scrive Nextstrain.org: “C’è una notevole incertezza nelle stime delle date di trasmissione e nella ricostruzione della diffusione geografica. Si prega di essere consapevoli del fatto che specifici schemi di trasmissione sono solo un’ipotesi”.

Sarà stato davvero un uomo d’affari bavarese che lo ha trasmesso a un interlocutore in Italia? Oppure qualche italiano che si è infettato in crociera? O qualche cinese dei tanti che lavorano, nascosti e in nero, in fabbriche in Italia? Difficile capirlo.

Secondo gli inglesi, la mappa prodotta da NextStrain.org mostra come Covid-19 è iniziato a Wuhan, prima di diffondersi in Asia a Singapore e in Corea del Sud e prima di essere diffuso a Londra dai viaggiatori. Da lì, è stato diffuso via aereo negli Stati Uniti e in tutta Europa. La tesi sembra un po’ ardita.

Più interessante l’analisi dei dati: rivelano che ci sono otto diversi ceppi del virus, ma sembrano tutti mutare molto lentamente, tra loro ci sono solo minuscole differenze.

Gli scienziati sostengono che nessuno dei ceppi del virus è più mortale degli altri e che man mano che evolvono non saranno più letali: “Il virus muta molto lentamente, da 8 a 10 volte più lentamente dell’influenza comune, poiché i ceppi sono fondamentalmente molto simili tra loro”.

Rilevare i diversi ceppi di Sars-CoV-2, come viene ufficialmente chiamato il virus, consente agli scienziati di capire se le misure di contenimento stanno funzionando, se nuovi casi provengono dalla diffusione della comunità o importati da un altro hotspot.

Su un genoma di 30.000 paia di basi, anche nei ceppi più differenti del virus gli scienziati hanno scoperto solo 11 variazioni di paia di basi. Ciò significa che i diversi ceppi non stanno causando sintomi diversi o diversi tassi di mortalità.

Sebbene nel mondo i paesi abbiano registrato tassi di mortalità significativamente diversi, ciò è quasi certamente dovuto al fatto che stanno testando le loro popolazioni a livelli differenti.

Poiché molti casi sono asintomatici, i numerosi test fanno diminuire il tasso di mortalità, poiché il numero totale di casi confermati è molto più elevato. I ricercatori affermano inoltre che quando i pazienti non mostrano sintomi o sono lievi, non è perché abbiano contratto una forma leggera del coronavirus.

Le differenze nei sintomi molto probabilmente hanno più a che fare con il sistema immunitario di una persona e le condizioni generali di salute. Un ceppo che su un individuo ha scarso effetto, su un altro potrebbe essere mortale.

Il lento tasso di mutazione del virus ha dato agli scienziati la speranza che un eventuale vaccino possa fornire protezione per anni o addirittura decenni. A seconda della rapidità con cui un virus muta, alcuni vaccini devono essere regolarmente aggiornati, ad esempio quelli antinfluenzali somministrati ogni anno.

Altri vaccini, come per il morbillo e la varicella, offrono protezione per decenni o addirittura per tutta la vita. Peter Thielen, biologo del Johns Hopkins Applied Physics Laboratory, ha affermato che il coronavirus sembra mutare lentamente, più come il morbillo e la varicella che come l’influenza.

“Quando in Cina questo virus è stato sequenziato per la prima volta, le informazioni sono state utili per iniziare a sviluppare un vaccino”, ha spiegato Thielen in una nota.

“Ciò che stiamo facendo ci dice se il virus sta mutando o meno a partire da quella sequenza originale e quanto velocemente”, ha aggiunto Thielen che ha spiegato i suoi esperimenti per sequenziare il genoma di Sars-CoV-2, il virus che causa Covid-19.