Diventare invisibile: come essere trasparente e non farsi vedere?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Aprile 2015 - 09:04| Aggiornato il 17 Aprile 2020 OLTRE 6 MESI FA
Diventare invisibile: come e perché l'uomo ambisce alla trasparenza

Diventare invisibile: come e perché l’uomo ambisce alla trasparenza

ROMA – Diventare invisibile: come l’uomo può diventare trasparente?

Oggi la fisica sta cercando di mettere in campo conoscenze e tecnologie per permettere all’uomo di raggiungere questo particolare “stato”, che stupisce solo se il centro gravitazionale di riferimento è l’essere umano stesso. Altre specie viventi possono infatti diventare invisibili per natura, come nel caso di alcuni pesci o rettili. Nessun incantesimo, solo qualità fisiche che garantiscono il trionfo nella lotta alla sopravvivenza.

Chi non ha mai sognato almeno una volta nella vita di smaterializzarsi con la sola forza del pensiero? Chi non ha mai avuto il desiderio di poter spiare qualcuno senza essere visto? Solo apparentemente la questione ha il “sapore” del magico, dell’impossibile, del surreale.

Il concetto di trasparenza rimane tuttavia piuttosto vago. Bisogna capire quale tipo di invisibilità prendere in considerazione: quella legata al fantastico (l’eroe di una fiaba o di un film che si salva dal nemico diventando trasparente), quella legata alla chimica e alla fisica (il vento non è visibile, ma è fatto di una materia e ha una forza), quella legata alla psicologia (sentirsi invisibili davanti agli occhi di un genitore poco presente) e infine quella metaforica (definire il senzatetto un invisibile perché emarginato dalla società).

Come scrive Kathryn Schulz in un articolo pubblicato sul NewYorker, il problema dell’invisibilità ha sempre incuriosito l’uomo sin dai tempi dell’antichità. Nei secoli scorsi c’è chi ha persino tentato di creare pozioni e riti che potessero regalare all’uomo il dono di sparire all’istante. Il fisico e naturalista inglese John Aubrey (1626-1697) consigliava di seppellire la testa di un uomo morto suicida insieme a sette fagioli neri, rigorosamente piantati di mercoledì mattina e prima dell’alba. Poi annaffiare il tutto con brandy e una volta germogliate le piante, convincere una bambina a mangiarli. A quel punto, per magia, l’invisibilità era garantita. Altri raccomandavano di pronunciare i nomi dei demoni in latino o far bollire un gatto nero per 24 ore e poi spalmarsi la sua carne spolpata sulla spalla sinistra.

E se l’uomo ai giorni nostri non è ancora in grado di sparire come e quando vuole, vero è che il suo ingegno gli ha permesso di utilizzare metodi alternativi per passare completamente inosservato. Lo sanno bene i militari che sperimentano sul campo tecniche di mimetismo al fine di eludere il nemico. In questo caso si parla di camuffamento, una tattica bellica diffusasi durante la Prima Guerra Mondiale, quando il confondersi con una roccia o i materiali della trincea poteva rivelarsi una mossa salvifica.

Ma è al futuro, un futuro non troppo lontano, che dobbiamo guardare per aspettarci qualcosa che vada oltre il semplice mimetismo. Da parte sua la scienza ha già fatto passi da gigante. “Grazie alla nostra determinazione nel volere accedere a mondi invisibili, abbiamo inventato microscopi, telescopi, termometri e radiometri”, ricorda Schulz. Il prossimo passo è quello di riprodurre su noi stessi quell’invisibilità. Nel 2010 Michio Kaku, professare di fisica teoretica al City College di New York, aveva affermato nel corso di un’intervista con La Stampa: “Oggi si realizzano enormi progressi nel far sparire gli oggetti con le radiazioni a microonde e sono convinto che presto avremo qualcosa di simile al mantello di Harry Potter”. Solo 3 anni dopo, quel mantello è diventato realtà e presto sarà disponibile sul mercato.