Droga nascosta nei manifesti funebri: trucco degli spacciatori di Napoli

Dario Parascandolo
Pubblicato il 15 Febbraio 2011 - 12:46 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI – Dosi di droga nascoste sul retro dei manifesti funebri pronte per essere “ritirate”. L’ultima frontiera dello spaccio napoletano è stata scoperta dai carabinieri nell’ambito delle indagini in corso su alcune piazze dei quartieri di San Giovanni a Teduccio, Poggioreale e Ponticelli.

Le locandine affisse ai muri in memoria del caro estinto erano in realtà dei depositi di “roba” pronta per essere ritirata, staccando il foglio dal lembo dove la colla non ha avuto presa. Basta trovare un’agenzia funebre compiacente, magari proprio in odore di malavita, e il gioco è fatto. I manifesti possono diventare un comodo nascondiglio, dove tenere la droga al riparo da occhi indiscreti ma a portata di mano.

L’originale sistema di vendita è stato già utilizzato in passato dalle ‘ndrine calabresi. E il trucco di servirsi del misticismo o della religione non è nuovo fra le organizzazioni criminali. Da oltre dieci anni, viaggiando sulla Salerno-Reggio Calabria, è facile imbattersi in scritte a sfondo cristiano sui cavalcavia o nelle piazzole di sosta: “Dio c’è” o “Gesù è la vita” sono veri messaggi in codice fra pusher e clienti, e spesso identificano un luogo di spaccio. Ma questi sistemi oggi sembrano superati: la ‘ndrangheta ha inventato i manifesti funebri “tossici”, e la camorra li ha rubati.

*Scuola di Giornalismo Luiss

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