Embrione ibrido uomo-topo: la chimera per produrre organi per trapianti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Maggio 2020 - 05:00 OLTRE 6 MESI FA
Embrione ibrido topo-uomo per produrre organi per trapianti

Embrione ibrido topo-uomo per produrre organi per trapianti (Foto archivio ANSA)

ROMA – Un team di scienziati ha creato in laboratorio un embrione ibrido di topo al 4% umano.

A riportare la notizia è futurism.com e scrive che l’ibrido è definito come una chimera umana-animale.

Gli scienziati sperano che queste chimere, organismi progettati per avere le cellule di più animali, possano servire da modelli più accurati per la ricerca medica.

Oppure perfino produrre organi umani per trapianti, come riporta Science News.

Uno scenario ancora lontano ma la creazione di queste chimere umane-animali potrebbero inaugurare questo tipo di futuro.

Anche se molto discusse a livello etico poiché per molti scienziati comportano dei rischi ancora da esaminare.

E’ noto che le cellule staminali umane sono difficili da integrare in altri animali perché cellule di specie diverse che si sviluppano a velocità diverse.

L’artificio che ha dato origine a queste chimere è stato quello di riportare le cellule umane, in una fase precedente al loro sviluppo biologico.

Anche con quel “trucco”, tuttavia, i risultati sono stati limitati.

L’embrione di topo ibrido di maggior successo, in termini di conteggio delle cellule, era solo per il 4% umano.

Altre chimere contenevano appena lo 0,1 percento di cellule umane.

Le cellule umane si sono diffuse e intrecciate in organi come il cuore e il fegato, mentre la maggior parte è diventata globuli rossi.

Nessuna delle cellule umane, tuttavia, durante l’esperimento sembrava probabile diventasse spermatozoi od ovociti, riferisce Science News.

Ciò significa che se i topi avessero portato a termine la gravidanza, la prole sarebbe nata perfettamente normale.

La ricerca è stata condotta dalla State University of New York di Buffalo e dal Roswell Park Comprehensive Cancer Center e pubblicata sulla rivista Science Advances. (Fonte: futurism.com)