Facebook M, assistente virtuale che aiuta ma non parla

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Novembre 2015 - 14:07 OLTRE 6 MESI FA
Facebook M, assistente virtuale che aiuta ma non parla

Facebook M, assistente virtuale che aiuta ma non parla

SAN FRANCISCO – Si chiama M, come Messenger ma non è Messenger, o meglio, non solo quello ma molto di più. E’ la nuova assistente virtuale di FacebookPuò ricordarvi del compleanno di un amico, anche di quello del vostro partner (se ve ne siete dimenticati), può proporsi di inviare dei fiori, o prenotare un ristorante. Può anche fare acquisti online e organizzare viaggi. E tutto questo senza dire una sola parola.

Sì, perché dalle informazioni che si hanno finora (al momento la app non è ancora disponibile, ce n’è solo una versione beta per gli utenti della California) M funzionerà attraverso una chat: tu scrivi quello che vuoi lei ti risponde. Ma non finisce qui. Perché M potrà anche proporti idee che “le vengono in mente”, per quanto questo concetto possa sembrare assurdo trattandosi di una intelligenza artificiale. 

Del resto, come ha spiegato il vicepresidente di Facebook David Marcus presentandola, M è una applicazione “guidata dall’intelligenza artificiale ma controllata dagli esseri umani”. A gestirla sarà infatti una squadra di supporto di Facebook che potrà addirittura, in certi casi, sostituirsi al “robot” virtuale.

Spiega GQ: 

“La parte “umana” di M interverrà soprattutto in questi casi, quando l’errore da parte del software potrebbe recare danno agli utenti. «Le altre intelligenze artificiali hanno scopi limitati, noi invece volevamo creare qualcosa di più ambizioso che venisse incontro alle reali esigenze delle persone» ha dichiarato Alex Lebrun, fondatore della startupWit.ai, acquistata da Zuckerberg lo scorso gennaio.

Prima di estendere il servizio al miliardo e passa di utenti, il social dovrà allestire un enorme team di sviluppo per il nuovo servizio, ancora in fase di test. Un giornalista di The Verge ha avuto accesso alla versione beta – disponibile per adesso soltanto a chi abita in California – e ha potuto constatare come sia un assistente virtuale completamente diverso. Un “robot” più umano dal punto di vista dei compiti da portare a termine: ad esempio ordinare a casa un burrito o risolvere un conflitto con Amazon, ma molto più distante dal punto di vista delle “emozioni” da trasmettere”.