Gb. Ricerca sui segni premonitori della demenza, nel mondo 40 mln di casi

Pubblicato il 5 Maggio 2014 - 10:52 OLTRE 6 MESI FA

demenGB, LONDRA – Quella della demenza è una vera e propria epidemia con i casi che già ora nel mondo sono quasi 40 milioni, destinati a raddoppiare ogni vent’anni. Per cercare di capire i fattori di rischio della sindrome e magari avere anche qualche indizio su una possibile cura in Gran Bretagna sta per partire il più grande screening mai fatto finora nel mondo, l’unico che utilizzerà contemporaneamente i dati genetici, quelli sugli stili di vita e i test cognitivi di oltre 300 mila persone.

Il progetto, spiega la Bbc, sfrutterà la UK Biobank, la più grande raccolta di Dna donati al mondo che conta mezzo milione di campioni di sangue e urine. I partecipanti hanno donato il loro Dna alla banca nello scorso decennio, quando avevano tra 40 e 69 anni, compilando un questionario sul proprio stile di vita e sottoponendosi ad alcuni test cognitivi. Questi ultimi verranno ripetuti online, e i risultati verranno confrontati con quelli del primo test.

I ricercatori cercheranno anche nel Dna e nelle altre informazioni ad esempio sul fumo e sulla dieta i fattori di rischio e i segni premonitori del problema. ”Molte persone avranno solo dei piccoli peggioramenti nei risultati dei test – spiega John Gallacher dell’università di Cardiff, che ha messo a punto il test – ma questo può essere sufficiente a predire chi svilupperà la demenza in futuro”.

I numeri della demenza, che nel 60-70% dei casi è dovuta all’Alzheimer, sono già oggi una fonte di preoccupazione per le istituzioni sanitarie mondiali, ma l’invecchiamento della popolazione rischia di peggiorare ulteriormente la situazione. Secondo l’Oms ogni anno sono 7,7 milioni i nuovi casi della sindrome, che costituisce la principale fonte di invalidità negli anziani, che costa l’1% del Pil mondiale. In Italia si stima che i portatori siano un milione, ma destinati anche qui ad aumentare.

Nonostante la diffusione le conoscenze su fattori di rischio e segni premonitori della malattia sono ancora scarse, e non ci sono cure specifiche. ”Sappiamo però che i cambiamenti nel cervello che portano alla demenza si manifestano decenni prima dei sintomi – spiega Gallacher – studiare le persone di mezza età potrebbe aiutarci a trovare indizi per prevenire la condizione. Basterebbe riuscire a ritardarne l’insorgenza di cinque anni per dimezzare i casi”.

Ad aiutare lo studio ci sarà un altro progetto, sempre sviluppato dalla Biobank e anche questo da record. Centomila donatori verranno sottoposti a una serie di esami, dalla risonanza magnetica degli organi agli ultrasuoni dei vasi sanguigni ai raggi X delle ossa per cercare di trovare nuove informazioni su come si sviluppano varie malattie, comprese quelle del cervello.