Prima ha sparato contro la rock star Elton John dandogli del “mercante di bambini”, poi se l’è presa con l’Olanda accusata, per le sue regole in fatto di eutanasia, di ricorrere a metodi “nazisti”. Al sottosegretario per la Famiglia Carlo Giovanardi piace fare rumore. Il contenuto e l’accuratezza delle dichiarazioni vengono molto dopo, prima si parla poi si vede l’effetto che fa, sperando che qualcuno se ne accorga.
Non è la prima volta e non sarà l’ultima. La questione non è di ideologia, ma di metodo. Il sottosegretario ha in mente un modello preciso di famiglia: eterosessuale e rigorosamente cattolica. E anche un modello preciso di società “pulita”: senza droga, senza eutanasia e con gli omosessuali ben relegati nell’ombra. Su eutanasia e adozioni gay, sia chiaro, ognuno ha il sacrosanto diritto di pensarla come vuole. Il problema è un altro: stile e rigore se uno non li ha, non lo può comprare al mercato delle opinioni.
Giovanardi punta sempre al polverone e spesso trascura qualche dettaglio che riguarda i dati, l’esattezza dei fatti. Si può fare al bar, al limite si può fare (anche se non si dovrebbe) persino sui giornali. Non si può fare quando di famiglia ci si occupa con un ruolo di primo piano. Su Elton John e il bimbo adottato, per esempio, Giovanardi ha spiegato che la sua non è un’adozione ma “una mercificazione del corpo che favorisce il racket di semi e di bambini. Pezzi di uomo e di donna vengono comprati e mercificati”. Peccato che per la legge Usa quella del cantante sia invece a tutti gli effetti un’adozione. Discutibile (e discussa) quanto si vuole, ma resta tale. Quanto al “mercato di bambini” forse sarebbe più opportuno andare a vedere cosa succede nel Terzo mondo, nelle favelas e nelle baraccopoli. Ma gridare al mercato e all’eugenetica fa molto più rumore se c’è di mezzo Elton John, e il sottosegretario lo sa bene.
Sull’eutanasia Giovanardi non abbassa il tiro: ”La logica della selezione – ha spiegato a KlausCondicio – porta a degli eccessi come in Olanda, dove i bambini gravemente ammalati vengono soppressi perché, secondo quel paese, non hanno una vita degna di essere vissuta. Ricordiamoci che quando il nazismo andò al potere e impose queste ‘tecniche’, la Germania non era certamente il paese più sottosviluppato del mondo”. Poteva citare anche gli spartani e i massacri rituali dei gemelli in alcune tribù africane (ma forse per il sottosegretario queste sì che erano “sottosviluppate”). Giovanardi dimentica, o finge di farlo, che l’Olanda è un Paese europeo a tutti gli effetti e non la Germania del ’33. Soprattutto dimentica che non esiste una norma ad hoc che parla di soppressione di bambini, ma una legge sull’eutanasia. Discutibile quanto si vuole ma nominata da un “governo eletto dal popolo” esattamente come quello di cui anche il sottosegretario fa parte.
Mesi fa, invece, Giovanardi sollevò un polverone (tanto per cambiare) con una sortita sul caso del geometra romano Stefano Cucchi morto qualche giorno dopo l’arresto per una banale vicenda di droga. Erano i giorni delle domande e delle interrogazioni parlamentari. Le foto del ragazzo, volto tumefatto, costole spezzate e lividi ovunque avevano riempito i giornali nello sconcerto generale. Giovanardi diede del fatto una lettura vagamente semplificata: “E’ morto perché era un drogato”. A parte la fastidiosa sensazione (ma solo di sensazione si tratta) che secondo il sottosegretario la morte di un drogato sia un fatto più “normale” della morte di un non drogato, rimane qualcosa che non torna. I tossicodipendenti muoiono, è vero. Ma non muoiono con il volto gonfio e le costole spezzate dopo un incontro ravvicinato con medici e polizia. Dettagli anche questi.
Sempre sulla droga rimane scolpita la sortita del sottosegretario sul test di urine obbligatorio per i dipendenti Rai, manco fosse l’esame di guida. “Vedrete – gongolava il sottosegretario – farò fare pipì a Giovanni Floris e Michele Santoro, Mario Orfeo e Bianca Berlinguer, Antonella Clerici e Massimo Giletti. Tutti in fila a fare il test: senza guardare in faccia a nessuno, senza preoccuparmi di quanto guadagnano e di chi sono amici…E chi risulta positivo va in panchina”. Curioso: il test antidroga di Giovanardi valeva solo per la Rai. Giornalisti “tossici” siete pregati di ricollocarvi a Mediaset, Sky e La7. A BlitzQuotidiano di test antidroga ancora non si è parlato. Ancora più curioso: passa qualche mese e i test scompaiono nel nulla. Tanto rumore e tanto fumo, senza arrosto.
Infine, ma solo per non annoiare il lettore, i gay. Quello di Giovanardi è un campionario di “bombe” che supera quelle del compianto Maurizio Mosca al processo di Biscardi. No alle adozioni per i motivi di “mercato” di cui sopra, no ai matrimoni “perché non sono una conquista”. No, infine, al “coming out” degli omosessuali nelle forze armate: “Concordo in pieno con le regole dell’esercito Usa. Non chiedere e non dire che sei gay. Perché se uno è omosessuale è affare suo, ma se fa apertamente coming out non è più affare suo, la sua omosessualità diventa un manifesto politico”. Obama, però, non ha dato retta al sottosegretario “bombardiere”. Chissà perché…
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