Giove, Juno scatta le prime immagini ravvicinate FOTO VIDEO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Settembre 2016 - 19:58| Aggiornato il 6 Settembre 2016 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Le prime immagini ravvicinate di Giove sono arrivate sulla Terra grazie alla sonda Juno della Nasa. Le foto scattate il 27 agosto mostrano le aurore del pianeta gigante gassoso e questo primato si deve anche agli scienziati italiani che hanno realizzato lo strumento Jiram, Jovian InfraRed Auroral Mapper. A parlare dello strumento è Alberto Adriani, dell’Istituto nazionale di Astrofisica Inaf, che spiega:

“Jiram guarda sotto la pelle di Giove dandoci immagini ravvicinate del pianeta nell’infrarosso. Queste prime immagini dei poli nord e sud di Giove ci stanno rivelando aree calde e fredde del pianeta che non erano mai state osservate prima”.

Finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Jiram è stato realizzato da Leonardo-Finmeccanica sotto la responsabilità scientifica dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (Iaps) dell’Inaf e ha affascinato con le sue immagini i ricercatori, spiega ancora Adriani:

“Nonostante avessimo saputo che le prime immagini infrarosse del polo sud avrebbero rivelato l’aurora meridionale, siamo stati affascinati nel vederla per la prima volta”.

Secondo Barbara Negri, responsabile dell’Unità Osservazione dell’Universo dell’Asi, i dati inviati da Jiram sono

”un’ulteriore conferma della capacità dei gruppi italiani sia scientifici che industriali di realizzare questo tipo di strumentazione, che è di fondamentale importanza per l’esplorazione del Sistema Solare”.

Partita il 5 agosto 2011, la sonda è entrata nell’orbita di Giove lo scorso 4 luglio dopo aver percorso circa tre miliardi di chilometri. Juno ha lo scopo di studiare Giove per almeno 20 mesi, con l’obiettivo principale di studiare atmosfera e composizione del pianeta gigante che con la sua mole ha condizionato l’evoluzione dell’intero Sistema Solare.

Oltre al cuore italiano Jiram, l’altro componente italiano di Juno è KaT (Ka-Band Translator) progettato dall’università Sapienza di Roma, realizzato da Thales Alenia Space Italia (società Thales/Leonardo-Finmeccanica) sempre con il supporto di Asi. Italiano, infine, anche il sensore d’assetto Autonomous Star Tracker, realizzato da Leonardo-Finmeccanica.

Credit Photo: Nasa

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