InSight, la sonda della Nasa è atterrata su Marte FOTO-VIDEO

di redazione Blitz
Pubblicato il 27 Novembre 2018 - 07:54 OLTRE 6 MESI FA

Insight, la sonda della Nasa è atterrata su Marte 01ROMA – La sonda Insight della Nasa ce l’ha fatta: è atterrata su Marte. E’ il quindicesimo veicolo a toccare il suolo marziano a partire dal 1971, quando su Marte si era posato il sovietico Mars 2, distrutto durante la discesa. Un applauso con la storica standing ovation ha accompagnato il beep che il lander ha inviato al centro di controllo: il segnale per dire che è vivo e funzionante. 

Per raggiungere Marte, la sonda ha percorso 460 milioni di chilometri nello spazio dal giorno del suo lancio, avvenuto il 5 maggio scorso dalla base di Vandenberg, in California. Intorno alle 2 della notte si saprà se Insight è riuscito a dispiegare i pannelli solari.

InSight, che sta per Interior Exploration using Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transport, è una delle missioni di punta della Nasa. “L’arrivo della sonda della Nasa InSight rappresenta un punto di sviluppo effettivo per tutta l’umanità” commenta il Commissario straordinario dell’Agenzia Spaziale Italiana, Piero Benvenuti. “La ricerca scientifica e le conseguenti scoperte aprono infatti notevoli possibilità di conoscenza dell’Universo e della sua evoluzione”.

“L’impegno italiano, anche grazie all’Agenzia Spaziale Italiana, in questo contesto è elevato e siamo in prima linea nell’esplorazione di Marte. Potremmo dire che non c’è sonda che studi Marte senza il contributo italiano” afferma Benvenuti.

SETTE MINUTI DI TERRORE

La discesa di Insight è stata perfetta e il veicolo non ha mancato nessuno degli appuntamenti cruciali durante i fatidici sette minuti di terrore della discesa verso Marte. Dal centro di controllo della missione, nel Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa, lunghi silenzi erano interrotti da applausi entusiasti quando, uno dopo l’altro, Insight superava tutte le tappe, fino a regalare la sua prima foto: un panorama del suolo marziano costellato da polveri. Anche il primo segnale è arrivato come previsto. 

IL RUOLO DELL’ITALIA

La sonda InSight della Nasa è stata guidata dalla Terra fino a Marte da una bussola spaziale, il sensore stellare Star Tracker, pensato, progettato e costruito dal colosso italiano dell’aerospazio Leonardo, di Campi Bisenzio (Firenze).

“La missione Insight è molto interessante e vicina agli obiettivi della missione europea ExoMars 2020”, ha detto all’Ansa il commissario dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) Piero Benvenuti. Il rover, ha aggiunto, “collocherà nel suolo marziano un sensore per i movimenti sismici che permetterà di capire meglio come funziona e come è fatto il sottosuolo di Marte”.

Lo strumento Larri (Laser Retro-Reflector for InSight), è stato sviluppato da Infn e Asi per fornire la posizione precisa del rover. E’ un localizzatore gemello di quello che era a bordo del lander Schiaparelli, purtroppo distrutto nell’impatto con il suolo marziano per un errore del software.

E’ italiano anche il radiotelescopio che dalla Terra catturerà i segnali dei due cubesat: tutte le informazioni dei due piccoli satelliti arriveranno al Sardinia Radio Telescope, “già entrato a pieno titolo nel deep space network”, ha osservato Benvenuti riferendosi alla rete internazionale dei radiotelescopi di supporto alle missioni interplanetarie.

STUDIARE IL CUORE MARZIANO 

InSight è il lander Nasa che ha riportato gli Usa sul suolo di Marte sei anni dopo il touchdown del rover Curiosity, avvenuto nell’agosto 2012. L’atterraggio morbido, ricorda l’Agenzia Spaziale italiana, è riuscito solo al 40% dei veicoli che lo ha tentato, e il primato, ad oggi, è ancora prerogativa esclusiva degli Stati Uniti. La prerogativa di InSight è che, una volta al lavoro, è il primo lander a studiare le profondità del suolo di Marte.

Il veicolo è accompagnato da due mini-satelliti, i cubesat Mars Cube One (MarCO), i primi del loro genere a effettuare una missione oltre l’orbita bassa. I due veicoli, lanciati con InSight, ma indipendenti rispetto al lander, devono testare la capacità di trasmettere, in tempo reale verso la Terra, i dati prodotti da Insight, durante l’ingresso in atmosfera, la discesa e l’atterraggio.

A bordo del lander è presente anche Larri, un microriflettore italiano di ultima generazione sviluppato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana. Il suo compito è fornire la posizione accurata del lander durante l’esplorazione di Marte. E non solo. Grazie allo strumento Larri si potrà “delineare il primo meridiano marziano, un gemello del meridiano di Greenwich terrestre”, spiega all’agenzia Adnkronos il Responsabile Asi della partecipazione scientifica del programma ExoMars 2016-2020, Raffaele Mugnuolo. Larri “potrebbe infatti diventare una sorta di ‘Meridiano zero’ di Marte, un primo ‘punto fiduciale’ sulla superficie del pianeta, un punto fisso per i calcoli relativi alle missioni e agli oggetti che inviamo su Marte”.

Intanto, il team della missione, ritiene che lo studio della stratificazione delle rocce marziane sarà di fondamentale importanza per rivelare i processi di formazione che hanno interessato Marte e gli altri pianeti rocciosi del Sistema Solare. Lo strumento Larri è gemello di Inri che era presente a bordo dello Schiapparelli – il lander della missione ExoMars del 2016 andato perduto nell’impatto con il suolo di Marte – e che avrà un ulteriore fratello sulla sonda Nasa Mars 2020 sempre grazie all’Asi.

Foto Ansa

Fonte Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev