Internet 2020: un chip sottopelle per smartphone, strade e ponti intelligenti

Pubblicato il 2 Luglio 2012 - 12:04 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’interfaccia telematica di oggi è lo smartphone, fra meno di dieci anni potrebbe applicarsi alla nostra persona fisica. Un chip sottopelle non è più roba da Blade Runner, nel 2020 potrebbe diventare un’opzione in più, il monitor della nostra connessione. Tra le novità più importanti delle tecnologie emergenti, la più importante, quella che cambierà il volto dei nostri comportamenti quotidiani è il passaggio all'”internet delle cose”. Dal momento che il numero di oggetti connessi ha superato quello delle persone, le macchine diverranno più intelligenti, si scambieranno informazioni, prenderanno decisioni al nostro posto.

Guido Jouret, responsabile del dipartimento Emerging technologies di Cisco, vede il futuro con più cognizione di causa di tanti vaticinatori improvvisati, dal suo osservatorio privilegiato in California. Nel suo ufficio di San Jose si lavora alla definizione del paesaggio tecnologico che verrà. Intervistato dal Sole 24 Ore offre uno spicchio di ciò che sarà: “Per la prima volta inizieremo a delegare alcune scelte alla tecnologia. Ci sono già sistemi di comando vocale, come Siri di Apple, ma progressivamente non parleremo solo agli agenti virtuali. Chiederemo ai computer di prendere decisioni per noi. Organizzare il calendario della settimana, rispondere alle persone e così via”.

Il grande cambiamento in atto, sia per aggiornare l’offerta di information technology sia per aprire nuovi fronti del business globale, è la capacità di far dialogare le macchine fra di loro. Quindi pc, telefoni, smartphone, tablet, automobili, elettrodomestici. Entro il 2020 saranno punti sensibili della rete anche i ponti, le strade, le vie di distribuzione di petrolio, gas e acque. Collegate fra loro, in grado di immagazzinare dati e sempre connesse, questi nuove macchine intelligenti consentiranno modifiche strutturali alle nostre abitudini. Parliamo di video e smart grid. Per il primo caso, “basterà collegare un software a una telecamera per riconoscere le targhe delle auto, segnalare i momenti di traffico, dire quando si sta formando una coda in un negozio e quindi aumentare la presenza della forza vendita, segnalare le zone dove i clienti vanno più di frequente. Sono solo alcuni esempi di come il video si trasforma in informazione”.

Un altro capitolo le smart grid: “La rete elettrica è la rete più grande al mondo. Anche nei paesi occidentali internet non arriva ancora in tutte le case, ma l’elettricità sì. Ogni smart meter (contatore intelligente) è un nodo della rete che manda informazioni. Oggi la fornitura di elettricità è sempre più variabile, per via del contributo intermittente di eolico e solare e gli equilibri con le altre fonti. Lo stesso vale per la domanda, che con la diffusione delle auto elettriche diventerà ancora più dinamica. L’aumento della comunicazione intelligente da entrambe le parti farà in modo che il rapporto tra domanda e offerta sia più veloce, efficiente ed economico”.

E i chip sottopelle? Ne approfitterà chi sarà sicuro dell’utilità dell’innesto che apre la frontiera dell’interazione uomo-macchina, l’abbozzo di un cyborg umano. “Per chi soffre di alcune patologie croniche, come il diabete e l’ipertensione, sarà parte del trattamento. Ovviamente con il loro consenso. In generale credo che i chip per la comunicazione, così come quelli biometrici, potranno diventare un’opzione “interna” per molto persone nella misura in cui rappresenteranno un vantaggio”.