John F. Kennedy terrà il suo discorso di Dallas 55 anni dopo il suo assassinio: il miracolo della tecnologia

di redazione Blitz
Pubblicato il 17 Marzo 2018 - 06:44 OLTRE 6 MESI FA
John F. Kennedy terrà il suo discorso di Dallas 55 anni dopo il suo assassinio: il miracolo della tecnologia

John F. Kennedy terrà il suo discorso di Dallas 55 anni dopo il suo assassinio: il miracolo della tecnologia

LONDRA – A 55 anni dal suo assassinio, John F. Kennedy potrà comunque pronunciare il discorso che avrebbe dovuto fare al Trade Mart di Dallas prima che la sua vita fosse tragicamente stroncata da colpi di fucile. Grazie alla tecnologia, si ascolta Kennedy pronunciare le famose parole che avrebbe dovuto dire a un pranzo in quel fatidico giorno di novembre del 1963.

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Il Times di Londra ha dichiarato di collaborare con la società britannica di tecnologie audio CereProc e Rothco, un’agenzia creativa irlandese, per realizzare un database poi utilizzato per sviluppare il discorso in cui è ricreata la voce del presidente scomparso. Per raggiungere il risultato, gli ingegneri hanno analizzato le registrazioni di oltre 800 discorsi e servizi radio; hanno poi utilizzato alcune frasi per creare l’audio in cui il 35° presidente degli Stati Uiti pronuncia il discorso.

Il discorso creato digitalmente fa parte del progetto “JFK: Unsilenced” del Times. Kennedy, la First Lady Jackie Kennedy, il governatore del Texas John Connally e la moglie Nellie, quando gli spari risuonarono a Dealey Plaza si stavano recando in macchina al Trade Mart di Dallas. Il presidente avrebbe dovuto tenere un discorso ma non è mai arrivato a destinazione. È stato dichiarato morto il 22 novembre 1963, a 46 anni.

Il testo del discorso mai tenuto è stato conservato e si legge in parte: “In un mondo di problemi complessi e continui, in un mondo pieno di frustrazioni e irritazioni, la leadership americana deve essere guidata dalle luci della conoscenza e della ragione”. “Sulla Terra ci saranno sempre voci dissidenti che esprimono opposizione senza alternative, trovano difetti ma mai favoriscono, percepiscono ovunque oscurità e cercano di influenzare senza assumersi la responsabilità. Sono voci inevitabili”.

“Non possiamo aspettarci che tutti, per usare una frase di dieci anni fa, “dicano cose sensate per gli americani”. Ma possiamo sperare che meno persone ascoltino assurdità. E l’idea che questa nazione sia diretta alla sconfitta attraverso il deficit, o che la forza sia solo una questione di slogan, non sono altro che semplici idiozie”.