Le case del cardinale Sepe e quei finanziamenti milionari dal Tesoro

Pubblicato il 23 Giugno 2010 - 14:04 OLTRE 6 MESI FA

Cardinale Crescenzio Sepe

Il cardinale Crescenzio Sepe, indagato a Perugia per corruzione, ottenne vari finanziamenti pubblici per la ristrutturazione di stabili di Propaganda Fide dalla Arcus spa, società del ministero dell’Economia che è diventata la banca per i beni culturali. Finanziamenti strani per una congregazione di uno stato estero. Lo rivela Libero che, inoltre, rivela che l’ex Papa Rosso, Crescenzio Sepe, quando era a Propaganda Fide, gestì ha un tesoro di 761 case in tutta Italia, soprattutto a Roma, per un valore totale di 1.287.390.675. Case, palazzi, terreni dai quali, molto spesso, Sepe traeva dei soldi dati dall’affitto di politici, imprenditori, stilisti, artisti che ci vivevano dentro.

Per quanto riguarda i finanziamenti ottenuti dalla Arcus spa, secondo quanto riporta Libero, negli anno l’ex Papa rosso ne ha ottenuti negli anni ben sei, tutti da milioni di euro e da forze politiche diverse. Il primo fu nel 2005 quando ottenne, per decreto, 2,5 milioni di euro per ristrutturare la sede di Propaganda Fide a piazza di Spagna a Roma. Allora i ministri che firmarono quel decreto erano Rocco Buttiglione ai Beni Culturali e Pietro Lunardi alle Infrastrutture. Libero rivela che, guardando le tabelle del Tesoro, sembra che quel finanziamento sia stato stanziato anche nel 2006 e che quindi per ristrutturare la sede di piazza di Spagna la congregazione del Vaticano abbia preso 5 milioni di euro da Arcus e non 2,5 milioni.

Ma non è finita qui. Sempre secondo quanto riporta il quotidiano “Libero”, Sepe riuscì ad ottenere finanziamenti dalla Arcus anche quando dovette lasciare Propaganda Fide e fu mandato da Papa Benedetto XVI a fare l’Arcivescovo di Napoli. Tanto è vero che a Napoli Sepe, secondo “Libero”, è riuscito ad ottenere vari finanziamenti milionari dalla società gestita del Tesoro. Nel 2006, ad esempio, durante il governo Prodi, sembra sia riuscito a farsi sbloccare un finanziamento del 2004 mai arrivato di un milione di euro. I nuovi ministri Francesco Rutelli e Antonio Di Pietro glielo sbloccarono e lo finalizzarono all’ammodernamento del museo diocesano. Poi, prima di lasciare i rispettivi ministeri, poco prima del voto che ha portato a palazzo Chigi l’attuale governo Berlusconi nel 2008, hanno firmato un decreto per finanziare i piani di Arcus inserendo un finanziamento di 650 mila euro destinati all’arcivescovado di Napoli.

Infine, a governo già cambiato, Sepe, sempre secondo quanto riporta Libero, sarebbe riuscito ad ottenere, questa volta da Sandro Bondi e Altero Matteoli, due finanziamenti sempre per lo stesso museo diocesano: 500 mila euro per il 2010 e 300 mila euro per il 2011.

Ecco perché il ministro Bondi ha deciso di commissariare la Arcus e di bloccare 500 mila euro di fondi del  Tesoro che dovevano ancora essere erogati a favore di Sepe. Bondi ha chiesto un rapporto dettagliato sull’attività dell’azienda privata controllata dal ministero del Tesoro che in sei anni ha speso (investito, sostiene il suo direttore generale, Ettore Pietrabissa) mezzo miliardo di euro.